Pappardelle ai funghi

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500 g. di pappardelle fresche all’uovo 400 g. di funghi porcini freschi (o funghi di altri tipi ma piuttosto profumati)
1 spicchio d’aglio
6 cucchiai di olio d’oliva extra vergine
una manciata di foglie di prezzemolo
parmigiano reggiano a scagliette sottili a piacere
sale q.b.
pepe q.b.

Preparazione :




Pulite e lavate il prezzemolo, tritatelo e mettetelo da parte.

Pulite poi i funghi, eliminando le parti terrose dei gambi, e poi passateli con una pezzuola umida (i funghi non si lavano sotto l’acqua corrente, e mai e poi mai si lasciano in ammollo in acqua). Tagliateli a fettine, e magari tritate i gambi.

Versate l’olio in un tegame capace di contenere la pasta, unite lo spicchio d’aglio pelato e schiacciato. Mettete sul fuoco e dopo qualche minuto, aggiungete i funghi. Fate rosolare i funghi a fuoco vivo per qualche minuto, poi salate e fate cuocere per una decina di minuti (unite un goccio di acqua se necessario).

Nel frattempo, avrete lessato la pasta in abbondante acqua salata. Scolate le pappardelle, lasciandole un po’ bagnate, e poi mettetele nel tegame con i funghi. Fatele saltare, in modo che le pappardelle si condiscano per bene.Distribuite sopra il prezzemolo tritato, spolverate con pepe macinato o pestato al momento, fate saltare ancora.Servite subito, aggiungendo le scagliette di parmigiano.


Tratto da :www.buttalapasta.it


Buon appetito ! Nottolia73.




La giostra delle anime

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OSPEDALE PSICHIATRICO INFANTILE (AGUSCELLO-FERRARA)
Questo edificio viene abbandonato all'inizio degli anni settanta, ed i motivi del suo decadimento sono sconosciuti.Si narra, oltre alle "solite" messe nere, che i piccoli ospiti dell'ospedale siano morti tragicamente prima della chiusura.Alcuni parlano di un incendio (non risulta esserci nessun segno di ciò), altri di un'improvvisa epidemia e addirittura alcuni parlano di un pazzo assassino,Fra le tante storie si dice che al centro dell'edificio ci sia una fossa comune.Per quanto riguarda le apparizioni si parla di pianti dei bambini udibili di notte ed all'ultimo piano (irraggiungibile perchè la scala è crollata) si dice che ci siano le impronte delle manine stampate sui muri.Poi ci sono tante altre leggende su questo posto tra cui quella che chiunque faccia girare la giostra (foto sotto) non riuscirà più a fermarla poichè le anime dei bambini giocheranno in eterno.

Vishnu Springs : la città fantasma

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Vishnu Springs non è una città fantasma…. E’ un cadavere”. Queste solo le parole di un abitante del paese, il suo nome è Al e con molta tristezza tenta di raccontare la misteriosa storia di Vishnu Springs nel Nord Illinois, e perchè tutti ne stanno alla larga. Perchè questa cittadina, che un tempo si racconta fosse una pittoresca località con proprietà curative miracolose, è stata abbandonata? E infine è vero che, da quando è stata abbandonata, delle strane entità vagano per la zona?
Tutto è iniziato nel 1870 quando un gruppo di viaggiatori trovarono una piccola sorgente, la leggenda vuole che una figura misteriosa convinse il gruppo a bere l’acqua della sorgente. Dopo una settimana dall’accaduto, gli ignari viaggiatori si accorsero che dolori e problemi di salute erano spariti, inoltre pare fosse in grado anche di guarire dalle gravi malattie e dai disturbi mentali.
Poco dopo, attorno alla sorgente, fu fondata una città e fu chiamata Vishnu Sprins, come il dio indù. Inaugurata come un luogo di miracoli, la piccola cittadina fondata da Dario Hicks, presto divenne meta e attrazione di migliaia di persone desiderose di conoscere le proprietà miracolose della sorgente. Tutto andò per il meglio per parecchi anni, fino a quando qualcosa di inspiegabile e inquietante travolse la cittadina di Vishnu Springs. La gente cominciò improvvisamente a lasciare la città, la leggenda popolare racconta di persone misteriosamente scomparse nella notte, lasciando dietro di sè case completamente vuote, come se non ci avesse abitato mai nessuno.
Dopo la serie di strani avvenimenti, i visitatori cominciarono a calare drasticamente sino a quando neanche una persona ebbe più il coraggio di mettere piede nella città di Vishnu Springs. Forse gli avvenimenti che hanno investito la località di Vishnu Springs hanno a che fare con le misteriose figure e le strane creature che pare siano state avvistate nella zona circostante? Nessuno sa per certo se questi racconti siano solo leggende che fanno parte del folklore della zona oppure una misteriosa entità si sia realmente stufata di tutto quel vai e vieni.
Una cosa è certa, gli abitanti dei paesi vicini a Vishnu Springs, una volta intervistati, hanno detto di evitare assolutamente quel posto, inoltre hanno raccontato di strane luci intorno alla zona. Qualcuno parla di macabri riti religiosi che avvengono sotto la copertura delle tenebre, illuminati dal fuoco delle torce.
Quindi nella leggenda della misteriosa città fantasma di Vishnu Springs c’è della verità? O è semplicemente una città abbandonata, diventata famosa grazie alla sua strana storia?
Tratto da : complottiemisteri.noiblogger.com

Le impronte del diavolo

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Esiste veramente il Diavolo? Ha reale concretezza il principio metafisico del Male Assoluto? Tale principio si incarna in una figura specifica? E se il Diavolo camminasse o avesse camminato tra noi?Magari di notte?
Siamo nel sud-ovest dell'Inghilterra, zona con clima solitamente non rigido, nell'inverno del 1885, che fu eccezionalmente severo per quella regione. La mattina dell'8 febbraio, il paesino di Topsham si svegliò con una sorpresa: lungo la strada che conduce al villaggio, si poteva osservare una serie di orme caprine, disposte lungo una linea perfettamente dritta, come se le zampe dell'animale fossero state messe una davanti all'altra.
La particolarità più curiosa consisteva nel fatto che le impronte, non più lunghe di 10 cm, distavano tra loro soltanto 16 cm; risultavano poi nitidissime,come se fossero state ottenute immergendo nella neve una sagoma di ferro riscaldato!
Successivamente, spinti dalla (comprensibile) curiosità, gli abitanti del villaggio seguirono le orme, le quali terminavano contro un muro di mattoni, ma non è tutto.Le impronte riprendevano oltre la parete, senza tuttavia che la neve accumulatasi sulla parte alta del muro risultasse calpestata; successivamente le tracce furono viste su un covone di grano, su un cespuglio di rose e su alcuni tetti.
L'ipotesi di uno scherzo di pessimo gusto su accantonata, specie quando ci si accorse che le orme sembravano non finire mai: ne furono rinvenute altre a parecchia distanza dalla periferia del villaggio, lungo la campagna del Devon…Tuttavia a Exmouth non se ne trovarono più…!
Furono tentate alcune ipotesi circa l'origine dello strano fenomeno: ci fu chi parlò di un canguro (non considerando tuttavia il fatto che il canguro ha le zampe artigliate…), altri sostennero trattarsi di un uccello (al mondo ci sono forse uccelli con zoccoli ferrati?), altri attribuirono la responsabilità ad alcuni tassi risvegliatisi durante la notte in cerca di cibo (ma come mai avevano deciso di cacciare saltellando su una sola zampa?), altri parlarono di una lontra, altri di un'otarda, un gentiluomo di Sudbury parlò invece di ratti, uno scozzese parlò di una lepre o di una moffetta; un altro parlò di un pallone sonda, accidentalmente innalzatosi dal porto militare di Davenport (tuttavia un pallone sonda avrebbe seguito un tragitto in linea retta,seguendo la direzione del vento…), alcuni asserirono che le impronte poterono essere state rimarcate dalla pioggia che aveva ulteriormente scavato il manto nevoso,per poi solidificarsi la mattina dopo a seguito di una forte brinata (…però se il terreno era già coperto di neve prima della notte dell'8 febbraio cade anche questa teoria).
In definitiva, pur dopo numerosi tentativi non si riuscì a trovare una plausibile spiegazione a questo fatto, probabilmente perché i media si interessarono a questo con un certo ritardo, permettendo così che le prove fossero alterate….
Cosa ha camminato nella notte dell'8 febbraio per la campagna inglese?
Tratto da : ilportaledeltempo.it

I figli del Vento del Nord

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Ecco una vecchia leggenda delle Highlands, nella quale compaiono intrecciati i temi caratteristici della tradizione celtica e di quella norvegese dalla cui fusione ha origine il complesso panteon fantastico dell'estremo nordovest della Scozia.
Dunque il Vento del Nord aveva tre splendidi figli, luminosi e candidi come il mondo di ghiaccio che abitavano, da quando il gelido vortice del padre li aveva generati. Come tutti i giovani essi desideravano viaggiare e misurare il creato con il loro passo; chiesero allora al Vento del Nord che li lasciasse visitare la terra degli uomini.Il Padre acconsentì, ma li mise in guardia:- Siete troppo diversi da ciò che la mente umana è abituata a figurarsi, da ciò che i loro occhi possono percepire. Badate che gli uomini non potranno sostenere la vostra bellezza.- I tre giovani si avventurarono sulle isole estreme della terra di Alba, trovandole belle e degne del loro passaggio e pure gli uomini che le abitavano parvero loro creature gentili. E si addolorarono, i figli del Vento del Nord per la sorte degli umani che cadevano a terra abbacinati, quando contemplavano il loro puro splendore.Tornarono al mondo dei ghiacci, allora, chiedendo aiuto al padre, poiché desideravano ancora viaggiare per la terra degli uomini, ma senza reca loro danno. E il Vento del Nord accolse le loro preghiere e li mutò, soltanto un poco, dando loro un'apparenza sempre colma di bianco splendore, ma tollerabile per gli uomini che si fossero trovati a guardarla. Così ecco, d'inverno che i figli del Vento del Nord tornano sulle estreme isole di Alba e sono candida spuma del mare e neve bianca e ghiaccio ai nostri occhi.
Tratto da : Tra magia e mistero , blog.libero.it

La tomba degli amanti .

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Riferisce San Gregorio di Tours (nella sua Historia Francorum I, 47, pubblicata nel 561) che al funerale della moglie Scolastica il superstite, inconsolato coniuge Ingiurioso, notabile d'Alvernia, sentì l'impulso di ringraziare pubblicamente il Signore per avergli, sia pure per breve tempo, affidato quel "tesoro di purezza" che lui ora gli restituiva "intatto come l'aveva ricevuto".
A queste parole, la defunta si levò di scatto dal sarcofago, protestando:
"Perchè, marito mio, metti in piazza faccende che riguardano noi due soli?" poi si ridistese, e si lasciò seppellire.
Ingiurioso, forse per lo spavento, morì subito dopo. Venne seppellito anche lui, in un separato sarcofago.
Al mattino, i guardiani del cimitero notarono disordine fra i sepolcri: la tomba del notabile era vuota, mentre in quella di Scolastica si ritrovarono ambedue i cadaveri, l'uno nelle braccia dell'altro.
La morte, che appiana molte cose, aveva evidentemente consentito che venisse riparata un'omissione commessa nella vita.
Dopo il fatto avvenuto a Clermont nel 390 d.C., la tomba di Scolastica venne indicata come "il letto degli amanti".
tratto da : magiaefuturo.myblog.it

La torre dei diavoli .

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Una bella donna,Matelda,una donna sicuramente piacente ed affascinante;una donna dai sani e robusti appetiti sessuali,stando alle cronache un po’ maliziose della metà del 1200,epoca intimamente legata a costumi libertini appannaggio esclusivo della ricca e annoiata nobiltà.
Della quale faceva parte Matelda,o anche Telda,che andò sposa ad un rampollo della famiglia Guidi,potentissima signoria che dominava con pugno di ferro la zona del casentino,in Toscana.
Un matrimonio sicuramente combinato,come del resto si usava nel medioevo,creato ad arte per allargare i domini territoriali,e voluto dalle famiglie senza interpellare ovviamente la futura sposa.
Per una dama le alternative al matrimonio erano di gran lunga peggiori del male;e di fatto più che usare il plurale andrebbe usato il singolare,in quanto ad una donna restava solo la via del convento in caso di mancato matrimonio.
Così la bella e giovane Matelda andò sposa a Guido,uomo avanti negli anni,e sicuramente poco propenso alle battaglie nell’alcova.La nostra Matelda fece di necessità virtù e iniziò a guardarsi attorno;dalla torre del suo castello di Poppi,iniziò a scrutare con ansia i passanti,indugiando soprattutto su quelli giovani e nerboruti,meglio ancora se dotati di un minimo di cultura;i suoi preferiti erano i menestrelli,i cantori che andavano di villaggio in villaggio,di corte in corte,a raccontare storie e allietare con le loro ballate le noiose giornate della nobiltà fannullona.
Ma non erano solo i menestrelli l’oggetto della concupiscenza della nobil signora;paggi e piccoli cavalieri,artigiani e lavoranti,non aveva molta importanza. I requisiti fondamentali è che fossero giovani,belli e aitanti.Ovviamente non sappiamo che fu il primo della nutrita lista di amanti della giovane dama,ma sappiamo che ben presto ci fu un via vai di giovani che entravano tra le mura del maniero;ma non ne uscivano più.
Perché la donna non poteva far sapere in giro di essere un’adultera,non poteva correre il rischio di essere scoperta e ricattata;ciò avrebbe significato un’orribile fine,o quanto meno una vita di segregazione all’interno del castello,o peggio ancora in un oscuro monastero.Così Matelda,dopo l’amplesso,faceva uscire i giovani amanti da un passaggio segreto;i giovani,ancora storditi dall’avventura,passavano su trabocchetti che si spalancavano e inghiottivano tutti,senza lasciare traccia del loro passaggio.
La cosa andò avanti per lungo tempo,fino a quando la popolazione del borgo iniziò a sospettare la verità;erano molti i giovani che all’improvviso erano scomparsi,in concomitanza con una visita al castello.
Così,esasperati,gli abitanti,approfittando dell’assenza del conte Guido e delle sue truppe,assaltarono il castello,catturarono la bella Matelda e la rinchiusero nella torre.Di li non uscì più,perché venne fatta morire di fame e di sete;una punizione terribile,come del resto terribile era stata la sorte che aveva regalato ai suoi occasionali amanti.Da quel momento la torre prese il nome di Torre dei diavoli,perché la gente del borgo sosteneva che in alcune notti particolari,la bella Matelda,ridotta ad un fantasma,si aggirasse per i bastioni del castello alla ricerca di giovani uomini con cui placare la sua insaziabile fame di sesso.
Attenti voi che passate dal castello di Poppi,perché c’è chi giura che la bellissima contessa,il cui fantasma continua instancabilmente ad aggirarsi per le mura,ancora oggi seduce con la sua bellezza coloro che,imprudentemente,si fanno accalappiare dalle sue doti di incantatrice.
Tratto da :www.misteriemisteri.splinder.com
by paultemplar.

17 Febbraio festa dei gatti.

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Auguri a tutti i micioni....una bella grattatina sulla testa da Nottolia !
E' stato scelto il mese di febbraio perché è nel segno dell'Acquario, segno zodiacale degli spiriti liberi, intuitivi ed anticonformisti come solo i gatti sanno essere. Il giorno 17, numero scaramantico perché si può leggere 1 e 7, una vita per sette volte e il gatto, per tradizione popolare, ha sette vite.

Casa Matusita , demoniache presenze ?

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CASA MATUSITA, DA LIMA, PERU', UN CASO FONDAMENTALE PER LO STUDIO DEL PARANORMALE



Ci sono dei luoghi nella vita che non vale assolutamente la pena di visitare, specie se si è impressionabili o deboli di cuore. Uno di questi è senza dubbio la “Casa Matusita” di Lima, Perù. E’ nel centro di Lima e ne abbiamo anche esperienza personale. Molti ci passano davanti quotidianamente, ma gli abitanti di Lima cercano di ignorarla. “Si dice che sia infestata dai fantasmi,” dicono i residenti nel quartiere in cui si trova e subitoi cercano di cambiare discorso. “E’ una casa diabolica,” ci ha detto una commerciante della zona, “che ha provocato la morte di alcune persone. Fatti strani e paurosi... pazzia... suicidi”. E’ una caso davvero eccezionale, di notevole importanza per lo studio del paranormale e di fenomeni annessi nei paesi dell’america latina e non solo. In Italia non se ne trova traccia. Nessun problema. Arrivano ufoitalia.net e paranormale.net a descrivere in breve uno dei casi più inquietanti e corredati di testimonianze mai accaduti. Ci troviamo in Perù, dove le forze ancestrali e le leggende sembrano esprimersi ancora con potenza e suggestione; si pensi al mistero delle linee di Nazca! Si narra che la Casa Matusita, un’abitazione situata al centro di Lima, sia un luogo in cui i fenomeni spiritici si manifestino con frequenza. All’interno di essa accadono degli episodi e avvenimenti alquanto insoliti. Un giornalista locale, attratto del mito della casa, entrò qualche tempo fa nell’abitazione abbandonata, salendo al secondo piano (al primo piano c’è un negozio, i cui commessi non vogliono proprio esprimersi riguardo ai misteri dell’edificio). Uscì dalla casa come impazzito; raccontava di aver visto morti, cadaveri, resti di corpi umani, membra straziate, organi interni sparsi sul pavimento. Fu rinchiuso in un centro d’igiene mentale nel quale si troverebbe ancora oggi. Si racconta anche di un prete esorcista, che per sfatare il mito della presenza del Maligno sarebbe entrato nella casa, autorizzato dal Vaticano, e poco dopo sarebbe stato trovato morto suicida. Stiamo verificandio l’attendibilità della notizia, che a Lima è data per autentica da tutti. Questa sembra la trama di un film di Steven King, invece no, è realtà e a Lima tutti hanno il terrore della casa Matusita, la casa maledetta. Ci sono varie leggende che raccontato dell'origine del mito. Una, per esempio, ricorda un ricco signore che abitava nella casa e che non aveva alcun riguardo nei confronti dei suoi servi. Trattava male, insultava a tutto spiano il cuoco, il maggiordomo, la donna delle pulizie ecc. Si racconta che un giorno, presi dall’odio, i dipendenti si siano riuniti e abbiano deciso di vendicarsi del loro disumano padrone. Alcuni testimoni giurano di aver osservato la scena della servitù che trucidava l’uomo, a distanza di molti anni dall’evento. Leggende metropolitane, forse. Un giornalista ha raccolto testimonianze di ospiti della più vicina casa di cura per malattie mentali; alcuni di loro hanno visto insorgere i loro problemi dopo una visita avventata alla casa Matusita. Si racconta inoltre che spesso, passando nei pressi dell’edificio, si sentano ancora, a volte, grida e lamenti. Il vento? Effetti sonori che si producono in vecchie tubature?
La casa Matusita è un luogo che lascia ai visitatori un ricordo indelebile nella mente. Una casa nella quale si dice sia possibile ancora avere visione di corpi umani straziati dal dolore, deformati, orribili. Una vera e propria casa dell’orrore. Un luogo che ormai ha la fama di essere abitato da fantasmi, ma non comuni fantasmi: mostri derll’Aldilà torturati, straziati, decapitati, mutilati. Un vero massacro che si ripete, a volte, quando qualcuno mette piede oltre la sua soglia maledetta. C’è chi invece descrive la casa Matusita come una leggenda usata per coprire una sede dei servizi segreti statunitensi. Infatti, nei primi anni Settanta, nella casa del terrore avrebbero avuto residenza funzionari del governo americano. Con la scusa della leggenda, nessuno si era permesso di entrare nella casa e il segreto sarebbe rimasto tale. Il mistero permane. La gente di Lima si chiede ancora cosa mai accada dentro alla Casa Matusita e qual è stato il motivo per cui si è scatenato tutto questo. Possiamo assicurarvi che passare davanti alla misteriosa abitazione –forse a cuasa della suggestione- fa sobbalzare il cuore anche a chi ha esperienza di studi paranormali.



Cà Dario , la Casa che uccide.

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Progettata da Giovanni Dario nel 1487, questa casa di Venezia ha l'oscura fama di essere la Casa che uccide. Tutti i proprietari di questa casa hanno avuto una morte violenta, o per incidente o per suicidio dello stesso, nulla invece accade ai semplici ospiti che hanno dormito nella casa. I Primi proprietari della casa erano la figlia illegittima di Giovani Dario e il marito, entrambi finiti in miseria e successivamente morti. Arbit Abdoll, ricco commerciante di diamanti perse tutte le sue ricchezze poco dopo esserne divenuto proprietario e ancora Charles Briggs, un americano che fuggì dall'Italia per un presunto scandalo morì suicida, tra i possessori della casa anche il manager degli Who, Raul Gardini e Fabrizio Ferrari, tutti morti tragicamente. Anche Mario del Monaco era interessato a Cà Dario ma fu proprio un incidente stradale durante un viaggio per le trattative dell'acquisto, che gli fecero pensare che fosse stato meglio rinunciare all'acquisto.
“Una vecchia cortigiana decrepita piegata sotto la pompa dei suoi monili”, è così che Gabriele D’annunzio descrive Ca’ Dario. Lo scrittore si riferisce alla facciata che dà sul Canal Grande, in pietra d’Istria ornata di marmi policromi ed inclinata sul lato destro, nella quale campeggia l’iscrizione “ URBIS GENIO JOANNES DARIUS” voluta da Giovanni Dario per omaggiare il “genio” della città.Ca’ Dario è legata ad una misteriosa leggenda che sembra colpire i proprietari del palazzo, una lunga scia di drammi, di disgrazie e morti; diversamente ne escono indenni gli ospiti tra i quali il poeta francese Henry De Regnier.Il palazzo fu fatto costruire da Giovanni Dario nel tardo “400, secondo dicerie popolari , in quel luogo, anticamente vi era una necropoli o addirittura un cimitero dei Templari.Le disgrazie iniziano con la morte di Marietta (figlia di Giovanni Dario), morta di crepacuore a seguito dei tracolli economici del marito, Vincenzo Barbaro. Fu così che la famiglia Barbaro ereditò il palazzo. Nel XVI secolo Giacomo Barbaro fu ucciso in un agguato a Candia.Toccò poi una tragica fine ad alcuni uomini d’affari proprietari del palazzo. Il commerciante di diamanti Arbit Addoll che fallì e morì in miseria.Nell’ '800 ci fu un doppio suicidio Radon Brown, studioso di Venezia, ed il suo coinquilino.Toccò poi a Charles Briggs, ricco americano che scappò dall’Italia per una scandalosa storia di omosessualità, si rifugiò in Messico, dove il suo amante si suicidò.
Negl’anni “70 Filippo Giordano delle Lanze venne assassinato dal suo amante Raul, che gli spaccò la testa con una statuetta ; Raul fuggito a Londra perché ricercato, sembra sia stato assassinato a sua volta.Acquistò il palazzo anche Cristopher Lambert, manager Who ( gruppo rock considerato maledetto), morì suicida. Negl’anni “80 comprò Ca’Dario un uomo d’affari veneziano, Ferrari , subì tracolli economici e la perdita della sorella Nicoletta (che risiedeva nel palazzo), trovata morta in un prato a pochi metri dall’auto capovolta.
Ed infine nel 1993 in piena Tangentopoli è la volta del suicidio di Raul Gardini, si tolse la vita con un colpo di pistola (anche se si è parlato di un’uccisione mascherata).Per molti la maledizione del palazzo è solo una leggenda, ma una curiosa coincidenza potrebbe spiegare il mistero: sul portone acqueo del palazzo a fianco a Ca’Dario, c’è un Talismano mistico che servirebbe al allontanare le negatività……

I giorni della merla

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Secondo la leggenda, una merla, con uno splendido candido piumaggio, era regolarmente strapazzata da Gennaio, mese freddo e ombroso, che si divertiva ad aspettare che la merla uscisse dal nido in cerca di cibo, per gettare sulla terra freddo e gelo. Stanca delle continue persecuzioni la merla un anno decise di fare provviste sufficienti per un mese, e si rinchiuse nella sua tana, al riparo, per tutto il mese di Gennaio, che allora aveva solo 28 giorni.
L'ultimo giorno del mese, la merla pensando di aver ingannato il cattivo Gennaio, uscì dal nascondiglio e si mise a cantare per sbeffeggiarlo. Gennaio si risentì talmente tanto che chiese in prestito tre giorni a Febbraio e si scatenò con bufere di neve, vento, gelo, pioggia. La merla si rifugiò alla chetichella in un camino, e lì restò al riparo per tre giorni. Quando la merla uscì, era sì, salva, ma il suo bel piumaggio si era annerito a causa del fumo e così rimase per sempre con le piume nere.
Come in tutte le leggende si nasconde un fondo di verità, anche in questa versione possiamo trovarne un po', infatti nel calendario romano il mese di gennaio aveva solo 29 giorni, che probabilmente con il passare degli anni e del tramandarsi oralmente si tramutarono in 31.

Gropparello , il fantasma di Rosania

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CASTELLO DI GROPPARELLO
Il Castello di Gropparello si trova in provincia di Piacenza.. ..
Anch’esso mi ha colpito tantissimo soprattutto per la sensazione di malinconia e tristezza che mi ha avvolta non appena ho varcato il ponte elevatoio dirigendomi nel cortile principale,come Bardi racchiude in sé una tragica storia che continua a persistere tutt’ora hai giorni nostri come se in ogni passo e in ogni angolo echeggia il sibillo delle voci del passato ma sopratutto di colei che chiede aiuto per porre fine alla lunga sofferenza…
LA LEGGENDA
“….Molta acqua è passata sotto i ponti dalla prima volta che abbiamo sentito parlare di Rosania Fulgosio, la giovane donna che nel '200 sarebbe stata murata viva dal marito Pietrone da Cagnano in un luogo nascosto nelle fondamenta del castello di Gropparello per punizione di un suo tradimento con Lancillotto Anguissola, antico amore di gioventù, e il cui spirito si aggirerebbe ancora tra queste mura, facendo udire i suoi lamenti nelle notti di tempesta. Molta acqua è passata in tutti i sensi. E' passato del tempo certo, ma soprattutto ci è passata davanti agli occhi una sequenza di fatti sconcertanti, inspiegabili, che dal nostro stato iniziale ci hanno portati alla certezza odierna: Rosania Fulgosio è realmente esistita, ha incontrato tra queste mura quella morte orribile, e la "camera maledetta" in cui il suo atroce destino si è compiuto esiste tutt'oggi, inviolata, in un luogo ben nascosto nelle fondamenta del castello, e racchiude ancora le ossa dell'infelice. Ma c'è una realtà forse più sconvolgente: di Rosania Fulgosio, morta nella sua cella scavata nella roccia più di sei secoli fa, il castello di Gropparello non contiene solo le ossa … Qualcos'altro di lei sopravvive, legato a questo luogo, e si manifesta in molte occasioni, anche in forma visibile; questo principio immortale, cosciente di sé e della propria condizione, sembra cercare un contatto con i vivi che ora occupano quella che è stata un tempo la sua dimora, e chiedere insistentemente un aiuto per trovare la sua pace … “
Tratto da :gwyneed.splinder.com
Vi consiglio il libro che ha scritto l’attuale proprietario che si può acquistare presso la Bottega del Castello.. parla di Rosania e del suo tentativo di mettersi in contatto con i castellani per riuscire finalmente a dare pace alla sua tormentata vita trapassata…L’ho divorato in tre giorni e mi ha travolto con grandi sentimenti di commozione ma anche spavento con tanto di brividi che mi percorrevano lungo la schiena…

Fantasmi a Glamis Castle

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Il castello di Glamis si trova in Tayside ed è sicuramente uno dei luoghi più conosciuti del Regno Unito, e della Scozia in particolare, per essere protagonista di quel che non si sa se sia leggenda o pura fantasia; storie di maledizioni, fantasmi e segregati si sono susseguite nel corso dei secoli e radicate tanto da giungere fino a noi e da appassionarci alla loro lettura. Ora andremo a vedere in particolare, partendo da quello che si crede sia stato l'inizio di tutto.
Non ci sono prove certe di quanto sto per scrivere, ma secondo una leggenda tutto iniziò quando il castello doveva ancora essere costruito.
Nel X secolo Macbeth uccise suo cugino, allora re di Scozia, Duncan I (omicidio tra l'altro raccontato da Shakespeare) esattamente sul luogo in cui sorgerà più tardi il castello, anche se questa teoria è contrastata da quella degli storici che affermano che tutto ciò in realtà avvenne un po' più a nord. Poco più tardi, un altro re di Scozia, Malcom II, fu ucciso all'interno del castello, tanto che il suo sangue formò un enorme macchia sul pavimento che non si cancello più, infatti ancora oggi è perfettamente visibile, nonostante ogni nuovo proprietario abbia tentato con qualunque tipo di detergente: alla sera la macchia non c'è più, al mattino è di nuovo al suo posto, uguale identica a com'era prima!
Molti ritengono però che l'origine della sfortunata e travagliata storia del castello sia legata a Sir John Lyon, che nel 1372 acquistò il castello di Glamis. Si narra infatti che nella sua precedente dimora possedesse un calice che, secondo la leggenda, non doveva assolutamente essere spostato da dove si trovava, pena terribili disgrazie che si sarebbero abbattute sulla stirpe di colui che avrebbe osato tentare un gesto simile. Sir Lyon, naturalmente incurante di queste dicerie, portò il calice nella sua nuova dimora e da allora, per generazioni e generazioni, tra gli abitanti di Glamis si verificano misteriose ed orribili morti; anche Sir John, 11 anni dopo essersi trasferito a Glamis, morì in un duello.
Nel XVII secolo Glamis fu ereditato dal conte Patrick Strathmore (che la leggenda voglia essere un individuo violento, divorato dal gioco e spesso ubriaco); su di lui circolavano due sinistre leggende, forse anche legate al famoso segreto della sua famiglia, terribile segreto questo che, si dice, sia stato tramandato ad ogni discendente maschile della famiglia nel giorno del ventunesimo compleanno, e mistero che negli anni poi non è stato mai svelato, tanto che non si sa neanche quanto antico sia.
Torniamo alle due leggende del conte Patrick.
La prima narra che avesse rinchiuso con una massiccia serratura in una stanza segreta un suo figlio nato deforme (un essere mostruoso) nel 1800, per tenerlo lontano da sguardi indiscreti, fino al giorno della sua morte. Fino ad oggi la stanza segreta non è mai stata ritrovata anche se uno dei più famosi esperti cacciatori di fantasmi (Peter Underwood) giurò della sua esistenza e disse che fu costruita attorno al 1684. Questa storia è però legata ad altre due macabre vicende ambientate in camere segrete (non è sicuro infatti se si parli di una sola stanza o di più di una).
La seconda racconta che Patrick, accanito giocatore, abbia perso la sua anima giocando a carte con il diavolo e sia poi stato costretto a giocare a carte per l'eternità chiuso in questa stanza; da qui anche la voce che ancora oggi si possa sentire il rumore dei dadi che scivolano sul tavolo. Si dice anche che prima di questa vicenda il conte, costretto ad ospitare (l'ospitalità all'epoca era quasi un obbligo) un Clan che si rifugiava dall'attacco di un altro Clan, rinchiuse i poveretti in una camera e se ne dimenticò, e che questi portati alla morte dalla fame siano arrivati a mangiarsi a vicenda e a strapparsi a morsi la propria carne.
La conferma dell'esistenza di queste camere segrete la diedero gli ospiti del XIV Conte di Strathmore, che organizzò al castello una festa. Gli ospiti, venuti a conoscenza delle leggende, appesero ad ognuna delle finestre del castello un lenzuolo e con loro grande stupore, una volta scesi in giardino, si accorsero che da alcune finestre non pendeva il lembo di stoffa (da alcune versioni di questa storia le finestre senza lenzuolo sarebbero state dalle 7 alle 12) ma, ritornati dentro per provare a cercare le stanze cosiddette segrete, non le trovarono mai.
Fonte : azalearossa1958.splinder.com