Cantilena delle streghe
Pubblicato da Nottolia73 | Etichette: Antichi riti | 0 commentiAscoltate ora le parole delle streghe,
i segreti che nascondemmo nella notte,
quando oscuro era il destino del nostro cammino,
che ora noi portiamo verso la luce.
Misteriosa acqua e misterioso fuoco,
la terra e l’aria sconfinata,
dalla segreta quintessenza li conosciamo,
e volere e mantenere il segreto e osare.
La nascita e la rinascita di tutta la natura,
il passare dell’inverno e della primavera,
li condividiamo con la vita universale,
gioiamo nel cerchio magico.
Quatto volte l’anno il Grande Sabbat ritorna,
e le streghe sono viste
danzare a Lammas e a Candlemas,
alla Vigilia di Maggio e all’antico Halloween.
Quando giorno e notte hanno egual durata,
quando il sole è al suo punto più alto e più basso,
i quattro Sabbat Minori sono chiamati,
e le Streghe festeggiano insieme.
Tredici sono le lune d’argento in un anno,
tredici sono i componenti del coven.
Tredici volte all’Esbat siate felici,
per ciascun anno fiorente e un giorno.
Il potere fu tramandato attraverso le ere,
ogni volta tra donna e uomo,
ogni secolo verso l’altro secolo,
prima che il tempo iniziasse.
Quando il cerchio magico è tracciato,
dalla spada o dall’Athamè di potere,
il suo confine tra due mondi giace,
nella terra dell’ombra in quell’ora.
Questo mondo non ha leggi da conoscere,
e il mondo dell’oltre nulla dirà.
Gli Dei più antichi sono là invocati,
la Grande Opera magica è compiuta.
Perché due sono i mistici pilastri,
eretti alle porte del santuario,
e due sono i poteri della natura,
le forme e le forze divine.
L’oscurità e la luce in successione,
l’opposto l’uno dell’altra,
presentati come un Dio e una Dea:
questo insegnano i nostri antenati.
Di notte egli è il cavaliere dei venti selvaggi,
il Cornuto, il Signore delle Ombre.
Di giorno egli è il Re dei Boschi,
l’abitatore delle radure delle verdi foreste.
Lei è giovane o vecchia come desidera,
naviga le nuvole squarciate nella sua nave,
la luminosa signora della mezzanotte,
l’anziana che tesse incantesimi nell’oscurità.
Il signore e la signora della magia,
che abitano le profondità della mente,
immortali e sempre rinnovati,
con il potere di liberare o legare.
Allora brindate agli Antichi Dei con il buon vino,
e danzate e fate l’amore in loro lode,
finché la bella terra di Elphame possa accoglierci,
in pace alla fine dei nostri giorni.
E fai ciò che vuoi sia la sfida,
che sia nell’Amore che non danneggia nessuno,
perché questo è l’unico comandamento.
Per la Magia degli antichi, così sia fatto!
Doreen Valiente
Fonte:clow farmer.
Streghe , strumenti per rituali
Pubblicato da Nottolia73 | Etichette: Antichi riti | 0 commentiFunghi , leccornie di primavera
Pubblicato da Nottolia73 | Etichette: Notizie dal bosco | 0 commentiI funghi riconosciuti come non commestibili o tossici vanno lasciati sul posto intatti perchè il loro ruolo nell'ecosistema è fondamentale. Se si raccolgono alcuni esemplari velenosi per motivi di studio, essi sono da tenere sempre separati dalla raccolta ai fini di consumo a tavola.
Non mangiare nessun fungo che non si è identificato (o fatto identificare da ispettori micologi) con certezza, al minimo dubbio, meglio scartarlo. Ricordare sempre che il più delle volte non basta confrontare una foto su un manuale (o su un sito in rete) per riconoscere una specie.
Il fungo, nei limiti del possibile, va raccolto nella sua interezza e ripulito sommariamente sul posto. Funghi incompleti, porzioni e frammenti fungini non sono facilmente identificabili.
Rispettare sempre il bosco e l'ambiente in generale. Non lasciare rifiuti, non usare uncini o altri attrezzi metallici per smuovere lo strato di foglie e il sottobosco.
Cerchiamo di non essere ''ingordi'' e limitiamo la raccolta secondo le norme e il buon senso; risparmiamo gli stadi giovanili in modo da permettere loro la produzione delle spore.
Una delle regole principali da osservare quando si raccolgono dei funghi spontanei con l'intenzione di consumarli, e' senza dubbio quella di non dare importanza a luoghi comuni o semplici credenze popolari senza fondamento. Alcuni esempi:
Non e' vero che i funghi che crescono su legno sono sempre buoni: assieme a pioppini (agrocybe aegerita), chiodini (armillaria mellea), famigliola buona (pholiota mutabilis), fungo dell'olmo (flammulina velutipes), buoni commestibili, crescono su legno la tossica mortale galerina marginata, a volte sosia della famigliola buona; il tossico fungo dell'ulivo (omphalotus olearius) i falsi chiodini (hypholoma fasciculare).
Non e' vero che i funghi che crescono in primavera sono buoni, amanita verna, tossica mortale e' specie tipicamente primaverile.
Non e' vero che tutti i funghi crudi sono tossici, come non e' altrettanto vero che la semplice cottura e' sufficiente a rendere tutti i funghi commestibili: le specie tossico mortali amanita phalloides, amanita virosa, amanita verna, la recente amanita porrinensis, cortinarius orellanus, cortinarius speciosissimus, contengono tossine termoresistenti, per cui la cottura prolungata e' inefficace ed inutile.
Non e' vero che i funghi boleti che diventano blu al taglio sono tossici: fra i boleti imbluenti si annoverano ottimi commestibili, (boletus erythropus, boletus pulverolentus, gyroporus cyanescens).
Dobbiamo convincerci che non esiste un metodo empirico sicuro per giudicare la commestibilita' o tossicita' di un fungo, abbandoniamo quindi l'idea di saggiare i funghi con il cucchiaino d'argento o il pezzetto di aglio, entrambi non cambiano colore in presenza di funghi tossici! Il gatto o il cane, ammesso che ingeriscano il fungo, non sono affidabili in quanto hanno diverso sistema digestivo, in ogni caso le amanito-tossine presenti nelle amanita tossiche risulterebbero letali anche per loro.
E' vero, invece, che un ambiente contaminato pregiudica la commestibilita' di specie notoriamente commestibili; evitiamo di raccogliere funghi vicino a grosse arterie stradali o aree a parcheggio, in prossimita' di depuratori o fabbriche, sotto le piante che subiscono trattamenti antiparassitari;
Al contrario un fungo buon commestibile non diventa tossico se cresce vicino a funghi velenosi perche' i miceli sono indipendenti; gli <
Non e' vero che i funghi a carne dolce sono buoni: le amanita tossiche hanno carne dolce, il forte odore di pesce in russula xerampelina, viene invece eliminato a giusta cottura.
Fonte:Conoscere i funghi
Difendiamo i gatti neri !
Pubblicato da Nottolia73 | Etichette: Amici dell'uomo | 2 commentiVampiri a Venezia
Pubblicato da Nottolia73 | Etichette: Secoli oscuri | 0 commentiPer la festa della donna gli archeologi regalano una straordinaria scoperta: portano alla luce i resti di uno scheletro femminile probabilmente appartenente ad una Donna Vampiro. “È stato ritrovato con un mattone in bocca come fosse stata ‘impalata’ (il termine si usa anche in questo caso) per impedire ogni movimento alle mandibole. Il corpo ritrovato ha permesso così agli studiosi di ipotizzare che, stante le usanze indotte dalla superstizione medioevale (il periodo dovrebbe essere compreso fra ’400 e ’500), potesse trattarsi di una cosiddetta ‘donna vampiro’ ” - ci confida la soprintendente al telefono. Ma a fare la scoperta è il team di Matteo Borrini, docente del dipartimento di Scienze antiche dell’Università di Firenze, esperto di archeologia forense e antropologia fisica, che dalla fine dal 2006 ha condotto una serie di scavi e approfondimenti con un gruppetto di ricercatori tra i quali la sezione veneziana dei Gruppi archeologici d’Italia e altre organizzazioni di settore. “Non sarebbe male che ora ci arrivassero anche un po’ di fondi per continuare” - ci sottolinea un po’ preoccupato per il futuro non tanto roseo.Proprio in questi giorni, dopo aver illustrato la sua ricerca nel maggio scorso in un convegno di settore a Firenze, Borrini ha presentato il suo studio a Denver, negli Stati Uniti, durante i lavori dell’American Academy of Forensic Sciences. “L’idea che questa donna fosse una vampira - precisa Borrini - è probabilmente dovuta alle fasi di decomposizione del cadavere che, all’occhio dei becchini del tempo che riempivano le fosse comuni dei morti appestati, continuava ad avere una propria fattezza umana. La decomposizione provoca nella salma una serie di trasformazioni: i gas contenuti in corpo gonfiano l’addome; la pressione di essi, assieme all’effetto della macerazione delle carni e degli organi interni, provocano delle emorragie che, di conseguenza, comportano delle fuoriuscite di sangue dal naso e dalla bocca”. “Ed è a questo punto - riasssume il professore - che nasce e si sostanzia la “leggenda”. Questa donna, con ogni probabilità, risultava non decomposta nella tremenda fase dell’inumazione dei cadaveri degli appestati, tanto che nei seppellitori deve essersi venuta a creare la consapevolezza che, proprio il suo gonfiore, fosse dovuto al fatto che “bevesse” e si nutrisse del sangue degli altri morti. Ed ecco quindi che a poco a poco si è venuta a creare la figura dei “non morti” ovvero dei vampiri che, dopo essersi nutriti del sangue altrui, sarebbero potuti uscire fuori dalla tomba e contagiare con la peste altre persone”. E quindi il mattone in bocca doveva servire per mettere a freno psicosi collettive che avrebbero potuto traumatizzare ancor di più la gente già condannata o terrorizzata dalla peste. “Per questo - conclude Matteo Borrini - gli addetti alla sepoltura degli appestati inserivano un mattone nella bocca di questi morti “sospetti”, in modo che non potessero più riaprirla”. Non è solo una questione scientifica, ma anche antropologica. “Nell’Europa del XVII secolo - esordisce il professore - era diffusa la credenza che ci fosse uno stretto rapporto tra epidemie e vampiri, e in particolare tra pestilenza e un tipo di vampiro, il “nachzehrer” ovvero il masticatore di sudario, o divoratore della notte, “apparso” per la prima volta in Polonia attorno al Trecento. In sostanza si credeva che la salma, avvolta nel sudario, fosse in realtà ancora vivente, perchè “masticava” le parti del tessuto usato per la sepoltura in corrispondenza della bocca, per poter così succhiare il sangue altrui. É evidente che tutto ciò era dovuto invece esclusivamente agli acidi sprigionati dalla decomposizione”. Dopo queste affermazioni possiamo raggrellarci perchè viene fatta giustizia. Il gentil sesso ha dovuto per secoli soccombere alle dottrine ecclesiastiche che si sono mescolate con fantasticherie le più assurde.
Fonte:www.aidanews.it
Tratto da : Centro ufologico Taranto
Il noce ; Streghe , unguenti e antiche storie
Pubblicato da Nottolia73 | Etichette: Notizie dal bosco | 1 commentiSotto l'albero di noce l'erba cresce più rada. Le foglie, i malli, sono fortemente tannici ed inoltre contengono un alcaloide, una sostanza tossica, che si chiama juglandina. La decozione delle foglie usate per iniezioni vaginali serve alla cura della leucorrea e per lozioni nelle ulcere scrofolose. I cataplasmi di foglie fresche guariscono le piaghe e le ulcere.
L'olio di noce, la decozione del mallo, sono antiemintici (favoriscono l'eliminazione dei vermi intestinali). Le foglie secche e poi decotte sono usate per lavature di tutte le mucose; le pennellature sono utili per le afte delle tonsille. Col mallo acerbo, raccolto rigorosamente a San Giovanni, si prepara il noto liquore casalingo, nocino o nocillo, dalle rinomante proprietà stomachiche e digestive. Ce n'è abbastanza perchè il noce sia caro alle manipolatrici di erbe. In particolare è interessante la capacità di quest'albero di accogliere in sè il bene e il male, dice Piperno che nux, ut arbor, et bonis et malis proprietatibus fuit a natura dotata.Infatti l'errata manipolazione delle sue parti può far divenire nociva la sostanza in origine capace di guarire.
Numerose sono le applicazioni tramandateci dalle Antiche: le noci unite al cibo con ruta pestata li trasforma in veleni letali, ma se poste fra funghi o altri cibi velenosi, ne assorbe ed estingue la tossicità. Aiutano ad espellere i vermi, unite a cipolla, sale e miele. Le ceneri poste sull'ombelico sedano i dolori. La corteccia di noce bruciata e tritata, mescolata al vino e all'olio diventa una lozione lucidante per capelli ed elimina l'alopecia nei bambini.
Con un pò di miele e ruta la cenere della corteccia spalmata sui seni ne lenisce le infiammazioni, lo stesso avviene per le carie dentarie. Secondo Piperno i frutti prodotti dal Noce delle Streghe erano venduti a caro prezzo come amuleti. Essi erano di forma piramidale a base quadrangolare ed erano utilizzati per combattere terrori notturni infantili, crisi epilettiche; inoltre i nuclei inseriti nella cavità uterina facevano concepire figli maschi. In greco il noce è detto Karion, nell'antichità preellenica sembra che fosse stato consacrato ad una misteriosa divinità della morte chiamata Kar o Ker, divenuta presso i Greci Kore, la fanciulla rapita da Ade e diventata dea degli inferi col nome di Persefone. Così la Caria in Asia Minore, è la terra dei noccioli e delle noci e Carias in Arcadia era il villaggio dei noci dove le fanciulle facevano una danza in onore di Artemide, nome greco di Diana, che qui era chiamata Cariatide.
Le Arcistreghe
Nella terra beneventana vivevano ed operavano alcune tra le streghe più famose del mondo: Violante da Pontecorvo, la Maga Menandra, che abitava nella zona conosciuta oggi come Grotta Menarda, o la Maga Alcina di cui parla anche l'Ariosto, che viveva a circa quattro miglia dalla città di Benevento, nel paese di Pietra Alcina (Pietrelcina); oppure la Boiarona, la quale aveva legato dei demoni alle noci, anche la Strega Gioconna era solita fare questi malefici. Ma l'Arcistrega per eccellenza nella zona del Sannio fu Bellezza Orsini, processata dal santo uffizio di roma nel 1540, la quale aveva una particolare predilezione per le apprendiste molto belle. Dopo averle spalmate con l'unguento, insegnava loro la famosa formula per volare. Conosceva l'arte di combinare le erbe per guarire i malanni, ma in seguito ad una serie di denunce, fu arrestata, rinchiusa a Fiano e torturata. Per la Orsini quella della Striaria era un'Arte concessa solo a quelle del suo rango. Confessò di essere stata più volte al Noce in compagnia di altre Arcistreghe. In onore di queste Antiche Maestre ancora oggi facciamo visita all'albero del Sabba, un luogo fisico, ma anche un luogo del nostro cuore di streghe; una radura astrale da raggiungere per ritrovare le nostre amate Sorelle del Corteo.
"Unguento unguento, mandame alla noce di Benvento
supra acqua et supra vento et supre ad omne maltempo...".
Il gufo e le tenebre
Pubblicato da Nottolia73 | Etichette: Notizie dal bosco | 0 commentiIl tortellino , antica tradizione
Pubblicato da Nottolia73 | Etichette: Primi piatti | 0 commentiIN PRIMO LUOGO SI MANGIANO IN BRODO; i tortellini alla panna e al ragù sono una vera eresia .
DOVREBBERO ESSERE FATTI A MANO ed erano il piatto tipico delle feste di Natale e Capodanno.
Quando ero bambina tutta la famiglia era impegnata nella preparazione già l’antivigiglia di Natale:nonna,mamma, le collaboratrici domestiche (che allora non si chiamavano così) e i bambini, molto apprezzati perché, avendo le dita piccine,facevano tortellini molto piccoli ;le sfogline abili sapevano farli minuscoli anche se le mani…erano di taglia grande . Si narra ad esempio che in un tempo imprecisato, molti secoli fa, arrivò ad una locanda una bella dama che prese alloggio;il locandiere la accompagnò nella camera perché potesse cambiarsi e riposare; ma il buon uomo non resistette alla curiosità,anche perché a quei tempi le novità dovevano essere assai rare e s’avvicinò alla porta della camera dove si trovava la dama e guardò dal buco della serratura. La prima cosa che vide fu l’ombelico della signora che stava prendendo il bagno. Tutto agitato ed ammirato da tanta perfezione corse in cucina e si mise a preparare la cena mentre il pensiero correva alla visione di poco prima e così formava pezzetti di pasta con la forma che ricordava ,li riempì di carne servendo poi il piatto alla dama per cena . ANTICA RICETTA : 200grammi di parmigiano, 200 grammi di prosciutto crudo ;200 gr di mortadella ; midollo di bue q.b. ; 300 grammi di lombo di maiale, 200 gr di petto di pollo, 3 uova, noce moscata q.b. sale, pepe .Tagliare la carne a pezzetti ; scaldare un poco di burro in una padella e farvi saltare carne e salumi. Insaporire con sale e pepe e proseguirefino a cottura Togliere le carni dal fuoco e sgocciolarle dal grasso di cottura. Tritare la carne finemente passandola al tritacarne ; versarla in una terrina icorporandovi poco per volta il parmigiano, le uova ,una grattatina di noce moscata e il midollo di bue ; il q.b significa che la sensibilità della cuoca deve indicare la quantità necessaria a rendere l’impasto tenero ma non troppo. Preparare la pasta all’uovo, tirare la sfoglia sottilissima (meno di 1 mm) e ricavarne dei quadrati di circa 3 cm di lato. Disporre al centro una piccola nocciola di composto, ripiegare a triangolo attorno al dito ndice (o al mignolo se l’indice è troppo grande ) far combaciare le estremità stringendole. Cuocerli in brodo.
Fonte:Il posto delle fate.