L’Aconito napello (nome scientifico Aconitum napellus L.) è un'erba perenne della famiglia delle Ranunculaceae, con forti doti curative ma estremamente velenosa. È una delle piante più tossiche della flora italiana.Si tratta di una specie spontanea della nostra flora con fusti alti fino 150 cm. I fiori, facilmente riconoscibili per la presenza di un caratteristico elmo, hanno un bel colore blu scuro.Dal greco: pianta velenosa (aconitum). La pianta infatti risulta conosciuta fin dai tempi dell’antichità omerica. Veniva usata come simbolo negativo (maleficio o vendetta) nella mitologia dei popoli mediterranei.Il nome del genere sembra derivare anche dall’uso che se ne faceva in guerra: dardi e giavellotti con punte avvelenate. Plinio ci dice invece che il nome deriva da "Aconae", una località legata alla discesa di Ercole agli inferi (probabilmente vicino a Eraclea).La pericolosità della pianta era ben presente agli antichi se ancora Plinio la cita come "arsenico vegetale". Si racconta anche che nell’isola di Ceo, gli anziani ormai inutili venivano soppressi con tale veleno. Nel Medioevo l’aconito venne chiamato con diversi nomi : Cappuccio di monaco o Elmo di Giove o Elmo blu, sempre in riferimento alla sommità del fiore.Nel '500 era conosciuta per le sue presunte capacità contro la puntura di scorpioni ( "Herbal or General History of Planets" - Londra 1597).Il nome della specie deriva dal latino per rapa in riferimento alla particolare forma del rizoma.Il nome comune Strozzalupo deriva dal fatto che alcuni popoli antichi la usavano per avvelenare i lupi e le volpi .L'ingestione accidentale di Aconito provoca numerosi disturbi anche gravi: senso di angoscia, perdita di sensibilità, rallentamento della respirazione, indebolimento cardiaco, formicolìo al viso, sensazione che la pelle del viso si ritiri, ronzio alle orecchie, disturbi della vista, contrazione della gola che può provocare la morte per asfissia. Sono sufficienti quantità di aconitina anche inferiori a 6 mg per causare la morte di un uomo adulto.L'azione dell'aconitina si localizza immediatamente al midollo, aumentando in un primo momento la motilità ma determinando, in maniera improvvisa e spesso letale, la paralisi dei nervi motori, sensitivi e secretori. Per questo motivo questa pianta era spesso usata, specialmente dai Galli e dai Germani, per motivi militari. Infatti si avvelenavano con essa la punte di frecce e lance prima del combattimento.Sono stati segnalati fenomeni irritativi locali (con principio di intossicamento) solo tenendo un mazzo di questa pianta nelle mani in quanto attraverso la pelle possono essere assorbiti i principi attivi velenosi della aconitina.E’ da rilevare che la velenosità delle foglie è inferiore a quella dei tubercoli.
Fonte:Wikipedia
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