Streghe

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Per essere streghe bisognava avere minimo tredici anni; le streghe più attive erano le giovani, esperte in incantesimi e filtri d’amore (anche della riproduzione, dunque, secondo gli inquisitori: controllavano la fertilità e l’impotenza, causavano aborti, erano levatrici), le vecchie si occupavano invece dell’Invidia e della Malvagità. Le streghe erano accusate di trascinare gli uomini alla dannazione, di gettare e togliere il malocchio attraverso incantesimi su persone e cose, di sedurre le ragazze al culto diabolico, di sacrificare bambini, di essere responsabili delle calamità naturali che si abbattevano sulle campagne, delle malattie e delle morti improvvise. Spesso le streghe erano donne guaritrici ed erboriste, che portavano assistenza al popolo, privo di medici e di ospedali, con le loro conoscenze delle erbe curative e non certo con sortilegi e magie. Ancora oggi molti rimedi usati da quelle donne (sagge, non streghe) per alleviare le sofferenze, vengono adoperati in farmacologia. Ad esempio, per lenire i dolori del parto si servivano della segala cornuta: oggi si usano i suoi derivati per accelerare le doglie; per impedire le contrazioni uterine usavano la belladonna, oggi adoperata come antispastico, e la digitale, usata per il cuore, sembra che sia stata scoperta da una strega inglese. Si credeva che, dopo aver stipulato il patto con il demonio, le streghe diventassero creature delle tenebre e della notte e si radunassero in grotte, in boschi o foreste o, comunque, in luoghi isolati per celebrare i sabba. Queste riunioni erano presiedute dal demonio, sotto forma di gatto o caprone puzzolente; come atto di sottomissione venivano baciate le parti intime e si sottoscriveva un patto scritto col sangue, preferibilmente mestruale. Seguivano poi banchetti (si credeva che mangiassero bambini non battezzati), canti, danze e lascivie varie e anche, talvolta, una Messa nera, usando come altare il corpo di una donna. Di certo le streghe erano guaritrici, i medici popolari ed empirici del passato, che per le conoscenze mediche ed erboristiche, per l’effettiva capacità di trattare le malattie, le gravidanze, i parti, il controllo delle nascite, evidentemente, disturbavano sia lo Stato (la scienza medica ufficiale) sia la Chiesa, fautrice, invece, della procreazione. E’ probabile anche che, effettivamente, si riunissero, organizzate in conventicole, retaggio forse dei culti alla dea Madre. Esisteva certamente una sottocultura delle donne, un loro potere sotterraneo che rappresentava una triplice minaccia per la Chiesa: la strega era una donna che non si vergognava d’esserlo, sembrava appartenere a un movimento clandestino di donne organizzate, era una guaritrice empirista, basava cioè i suoi metodi sui risultati conseguiti attraverso l’osservazione, ovvero sui sensi (la Chiesa, al contrario, diffidava dei sensi, del mondo materiale, a favore della dottrina di fede). Una considerazione interessante, più di tipo sociale che vale la pena sottolineare è costituita dal fatto che, alla stessa epoca, due corporazioni lavorative stavano per conquistare un ruolo economico importante, i medici e i chierici. Diventa facilmente comprensibile, dunque, il fatto che le donne, tradizionalmente legate all’esercizio delle pratiche guaritrici e nella loro veste di levatrici, che fino ad allora avevano goduto di una certa libertà d'azione, vengano minacciate di eventuali persecuzioni, convincendole così a ritirarsi tra le mura domestiche e a rinunciare a ogni tipo di attività all'infuori della cura della casa. L’accanimento e la persecuzione si verifica dunque anche perché le streghe e i maghi, così venivano anche chiamati i guaritori di campagna, facevano in realtà grande concorrenza ai medici ufficiali e ai frati/preti, pastori protestanti che si arrogavano il diritto di avere solo per loro il diritto di insegnare e praticare l’arte della medicina.
Fonte:tatter66.googlepages.com


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