Baphomet.

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13 Ottobre 1307 di Venerdi
Le guardie del Re di Francia Filippo il Bello, arrestano per sospetta eresia, tutti i membri conosciuti dell’ordine dei Templari su cui possono mettere le mani. Il Papa del tempo, Clemente V, valuta che l’intera forza dell’Ordine ammonti a circa duemila persone mentre a distanza di poche settimane dagli arresti il governo comunica ai docenti dell’università di Parigi che oltre cinquecento Templari hanno già confessato la propria colpevolezza. Ovviamente non di propria spontanea volontà ma dopo violente e crudeli torture!Dagli atti processuali risulta che i Cavalieri Templari adorassero effettivamente una testa barbuta conosciuta come Baphomet (Bafometto), un reliquiario a forma di testa o forse una scultura, descritta dai monaci, interrogati sotto tortura, nelle forme più disparate. Tutte, comunque, potrebbero richiamare ed essere associate alla Sacra Sindone. L’adorazione di una "testa" fu uno dei principali capi d'accusa del processo, ma il fatto che questa testa fosse quella del demonio o comunque di un idolo, è un altro discorso. Gli accusatori indicavano essere il Bafometto una testa barbuta dagli occhi di carbonchio; dal punto di vista etimologico la spiegazione più plausibile sembra essere la corruzione della parola Maometto, in quanto le moschee venivano chiamate Baphomeris. Tale idolo potrebbe essere un chiaro richiamo pagano come dimostra il Bafometto sul portale della chiesa di Saint-Merry a Parigi e su quello della chiesa di Sainte-Craix a Provins: un grazioso diavolo barbuto, con corna, alato, con artigli ed ermafrodito.
Tratto da : sites.google.com.

La voce dei morti

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La voce dei morti può essere più forte di quella dei vivi. I fantasmi possono avere più significato della cosiddetta realtà. Nell'eternità, il presente e il passato e il futuro sono solo "flatus vocis". Una volta da bambina avevo paura che i morti potessero pensare, così, chiusi per l'eternità dentro le loro bare, dietro lapidi che l'erba ricopriva ed in fosse vecchie di decenni, avevo il terrore che i morti potessero pensare senza poter parlare.
Tratto da : blog.libero.it (tomthumb)

Avalon,l'isola dei morti.

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Secondo la tradizione celtica, in mezzo all'oceano Atlantico è situata un'isola chiamata Avalon, dove dimorano le anime dei morti.Si racconta che nell'isola regni l'eterna primavera e attorno ad essa il mare sia perennemente calmo.Foreste lussureggianti solcate da lenti fiumi la ricoprono per vasto tratto e in questo luogo di delizie, dove non esiste il dolore, ma regna l'uguaglianza, s'aggirano le anime dei trapassati.Vi abita un solo essere vivente ed è il mitico re Artù, che quando l'ora verrà,lascerà l'isola per tornare in Bretagna a sollevare il suo popolo e vendicarsi dei suoi nemici.Ancor'oggi si crede in Bretagna che le anime dei morti s'involino una volta all'anno verso l'isola per stringersi al re e testimoniargli la loro fedeltà e la zona da cui son destinati a partire è la Baia dei Trapassati, dove vivono i più ardimentosi pescatori del mondo.Una volta all'anno, il giorno dei morti, tutti i pescatori del borgo se ne stanno rinchiusi nelle proprie case aspettando la chiamata del predestinato per il viaggio,finché ad una porta qualcuno batte tre colpi. Il prescelto scende alla spiaggia, spinge la barca in acqua e comincia a remare, tanto sa che non gli accadrà nulla di male.Il vogatore non vede nessuno ma la barca si fa sempre più pesante e si cominciano a sentire voci, sussurri, sospiri.Egli non smette di remare, mentre il cielo s'imbianca.Poi d'un tratto la barca ridiventa leggera, le voci e i gemiti cessano, mentre un canto sembra giungere da lontano.E mentre il sole si disegna all'orizzonte, l'isola appare splendente sul mare.La barca allora scivola via leggera per poi fermarsi, mentre un nastro luminoso si leva da essa.Sono le anime dei trapassati che raggiungono Avalon verso la pace eterna e il vogatore saluta gli spiriti dei suoi padri e volge indietro la prua per tornare al mondo dei vivi.
Tratto da :morgana-giardinodellefate.blogspot.com
Immagine tratta da :2.bp.blogspot.com

Elogio al gatto nero

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SE LA NOTTE AVESSE I BAFFI, SAREBBE UN GATTO NERO...
Chissà come vede il mondo attraverso i suoi limpidi e misterici occhi.
Dio ha creato il gatto per dare all’uomo la possibilità di accarezzare la tigre.
È difficile acchiappare un gatto nero in una stanza buia,soprattutto quando non c'è.
Nella casa dove vive un gatto nero non mancherà mai l'amore.
Non è possibile possedere un gatto.Nella migliore delle ipotesi si può essere con loro soci alla pari.
Al gatto nero porta sfortuna essere attraversato da un'auto.
Per ogni gatto che ride c'è almeno un topo che prega.
Tratto da :gold.libero.it