La tomba degli amanti .

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Riferisce San Gregorio di Tours (nella sua Historia Francorum I, 47, pubblicata nel 561) che al funerale della moglie Scolastica il superstite, inconsolato coniuge Ingiurioso, notabile d'Alvernia, sentì l'impulso di ringraziare pubblicamente il Signore per avergli, sia pure per breve tempo, affidato quel "tesoro di purezza" che lui ora gli restituiva "intatto come l'aveva ricevuto".
A queste parole, la defunta si levò di scatto dal sarcofago, protestando:
"Perchè, marito mio, metti in piazza faccende che riguardano noi due soli?" poi si ridistese, e si lasciò seppellire.
Ingiurioso, forse per lo spavento, morì subito dopo. Venne seppellito anche lui, in un separato sarcofago.
Al mattino, i guardiani del cimitero notarono disordine fra i sepolcri: la tomba del notabile era vuota, mentre in quella di Scolastica si ritrovarono ambedue i cadaveri, l'uno nelle braccia dell'altro.
La morte, che appiana molte cose, aveva evidentemente consentito che venisse riparata un'omissione commessa nella vita.
Dopo il fatto avvenuto a Clermont nel 390 d.C., la tomba di Scolastica venne indicata come "il letto degli amanti".
tratto da : magiaefuturo.myblog.it

La torre dei diavoli .

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Una bella donna,Matelda,una donna sicuramente piacente ed affascinante;una donna dai sani e robusti appetiti sessuali,stando alle cronache un po’ maliziose della metà del 1200,epoca intimamente legata a costumi libertini appannaggio esclusivo della ricca e annoiata nobiltà.
Della quale faceva parte Matelda,o anche Telda,che andò sposa ad un rampollo della famiglia Guidi,potentissima signoria che dominava con pugno di ferro la zona del casentino,in Toscana.
Un matrimonio sicuramente combinato,come del resto si usava nel medioevo,creato ad arte per allargare i domini territoriali,e voluto dalle famiglie senza interpellare ovviamente la futura sposa.
Per una dama le alternative al matrimonio erano di gran lunga peggiori del male;e di fatto più che usare il plurale andrebbe usato il singolare,in quanto ad una donna restava solo la via del convento in caso di mancato matrimonio.
Così la bella e giovane Matelda andò sposa a Guido,uomo avanti negli anni,e sicuramente poco propenso alle battaglie nell’alcova.La nostra Matelda fece di necessità virtù e iniziò a guardarsi attorno;dalla torre del suo castello di Poppi,iniziò a scrutare con ansia i passanti,indugiando soprattutto su quelli giovani e nerboruti,meglio ancora se dotati di un minimo di cultura;i suoi preferiti erano i menestrelli,i cantori che andavano di villaggio in villaggio,di corte in corte,a raccontare storie e allietare con le loro ballate le noiose giornate della nobiltà fannullona.
Ma non erano solo i menestrelli l’oggetto della concupiscenza della nobil signora;paggi e piccoli cavalieri,artigiani e lavoranti,non aveva molta importanza. I requisiti fondamentali è che fossero giovani,belli e aitanti.Ovviamente non sappiamo che fu il primo della nutrita lista di amanti della giovane dama,ma sappiamo che ben presto ci fu un via vai di giovani che entravano tra le mura del maniero;ma non ne uscivano più.
Perché la donna non poteva far sapere in giro di essere un’adultera,non poteva correre il rischio di essere scoperta e ricattata;ciò avrebbe significato un’orribile fine,o quanto meno una vita di segregazione all’interno del castello,o peggio ancora in un oscuro monastero.Così Matelda,dopo l’amplesso,faceva uscire i giovani amanti da un passaggio segreto;i giovani,ancora storditi dall’avventura,passavano su trabocchetti che si spalancavano e inghiottivano tutti,senza lasciare traccia del loro passaggio.
La cosa andò avanti per lungo tempo,fino a quando la popolazione del borgo iniziò a sospettare la verità;erano molti i giovani che all’improvviso erano scomparsi,in concomitanza con una visita al castello.
Così,esasperati,gli abitanti,approfittando dell’assenza del conte Guido e delle sue truppe,assaltarono il castello,catturarono la bella Matelda e la rinchiusero nella torre.Di li non uscì più,perché venne fatta morire di fame e di sete;una punizione terribile,come del resto terribile era stata la sorte che aveva regalato ai suoi occasionali amanti.Da quel momento la torre prese il nome di Torre dei diavoli,perché la gente del borgo sosteneva che in alcune notti particolari,la bella Matelda,ridotta ad un fantasma,si aggirasse per i bastioni del castello alla ricerca di giovani uomini con cui placare la sua insaziabile fame di sesso.
Attenti voi che passate dal castello di Poppi,perché c’è chi giura che la bellissima contessa,il cui fantasma continua instancabilmente ad aggirarsi per le mura,ancora oggi seduce con la sua bellezza coloro che,imprudentemente,si fanno accalappiare dalle sue doti di incantatrice.
Tratto da :www.misteriemisteri.splinder.com
by paultemplar.

17 Febbraio festa dei gatti.

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Auguri a tutti i micioni....una bella grattatina sulla testa da Nottolia !
E' stato scelto il mese di febbraio perché è nel segno dell'Acquario, segno zodiacale degli spiriti liberi, intuitivi ed anticonformisti come solo i gatti sanno essere. Il giorno 17, numero scaramantico perché si può leggere 1 e 7, una vita per sette volte e il gatto, per tradizione popolare, ha sette vite.

Casa Matusita , demoniache presenze ?

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CASA MATUSITA, DA LIMA, PERU', UN CASO FONDAMENTALE PER LO STUDIO DEL PARANORMALE



Ci sono dei luoghi nella vita che non vale assolutamente la pena di visitare, specie se si è impressionabili o deboli di cuore. Uno di questi è senza dubbio la “Casa Matusita” di Lima, Perù. E’ nel centro di Lima e ne abbiamo anche esperienza personale. Molti ci passano davanti quotidianamente, ma gli abitanti di Lima cercano di ignorarla. “Si dice che sia infestata dai fantasmi,” dicono i residenti nel quartiere in cui si trova e subitoi cercano di cambiare discorso. “E’ una casa diabolica,” ci ha detto una commerciante della zona, “che ha provocato la morte di alcune persone. Fatti strani e paurosi... pazzia... suicidi”. E’ una caso davvero eccezionale, di notevole importanza per lo studio del paranormale e di fenomeni annessi nei paesi dell’america latina e non solo. In Italia non se ne trova traccia. Nessun problema. Arrivano ufoitalia.net e paranormale.net a descrivere in breve uno dei casi più inquietanti e corredati di testimonianze mai accaduti. Ci troviamo in Perù, dove le forze ancestrali e le leggende sembrano esprimersi ancora con potenza e suggestione; si pensi al mistero delle linee di Nazca! Si narra che la Casa Matusita, un’abitazione situata al centro di Lima, sia un luogo in cui i fenomeni spiritici si manifestino con frequenza. All’interno di essa accadono degli episodi e avvenimenti alquanto insoliti. Un giornalista locale, attratto del mito della casa, entrò qualche tempo fa nell’abitazione abbandonata, salendo al secondo piano (al primo piano c’è un negozio, i cui commessi non vogliono proprio esprimersi riguardo ai misteri dell’edificio). Uscì dalla casa come impazzito; raccontava di aver visto morti, cadaveri, resti di corpi umani, membra straziate, organi interni sparsi sul pavimento. Fu rinchiuso in un centro d’igiene mentale nel quale si troverebbe ancora oggi. Si racconta anche di un prete esorcista, che per sfatare il mito della presenza del Maligno sarebbe entrato nella casa, autorizzato dal Vaticano, e poco dopo sarebbe stato trovato morto suicida. Stiamo verificandio l’attendibilità della notizia, che a Lima è data per autentica da tutti. Questa sembra la trama di un film di Steven King, invece no, è realtà e a Lima tutti hanno il terrore della casa Matusita, la casa maledetta. Ci sono varie leggende che raccontato dell'origine del mito. Una, per esempio, ricorda un ricco signore che abitava nella casa e che non aveva alcun riguardo nei confronti dei suoi servi. Trattava male, insultava a tutto spiano il cuoco, il maggiordomo, la donna delle pulizie ecc. Si racconta che un giorno, presi dall’odio, i dipendenti si siano riuniti e abbiano deciso di vendicarsi del loro disumano padrone. Alcuni testimoni giurano di aver osservato la scena della servitù che trucidava l’uomo, a distanza di molti anni dall’evento. Leggende metropolitane, forse. Un giornalista ha raccolto testimonianze di ospiti della più vicina casa di cura per malattie mentali; alcuni di loro hanno visto insorgere i loro problemi dopo una visita avventata alla casa Matusita. Si racconta inoltre che spesso, passando nei pressi dell’edificio, si sentano ancora, a volte, grida e lamenti. Il vento? Effetti sonori che si producono in vecchie tubature?
La casa Matusita è un luogo che lascia ai visitatori un ricordo indelebile nella mente. Una casa nella quale si dice sia possibile ancora avere visione di corpi umani straziati dal dolore, deformati, orribili. Una vera e propria casa dell’orrore. Un luogo che ormai ha la fama di essere abitato da fantasmi, ma non comuni fantasmi: mostri derll’Aldilà torturati, straziati, decapitati, mutilati. Un vero massacro che si ripete, a volte, quando qualcuno mette piede oltre la sua soglia maledetta. C’è chi invece descrive la casa Matusita come una leggenda usata per coprire una sede dei servizi segreti statunitensi. Infatti, nei primi anni Settanta, nella casa del terrore avrebbero avuto residenza funzionari del governo americano. Con la scusa della leggenda, nessuno si era permesso di entrare nella casa e il segreto sarebbe rimasto tale. Il mistero permane. La gente di Lima si chiede ancora cosa mai accada dentro alla Casa Matusita e qual è stato il motivo per cui si è scatenato tutto questo. Possiamo assicurarvi che passare davanti alla misteriosa abitazione –forse a cuasa della suggestione- fa sobbalzare il cuore anche a chi ha esperienza di studi paranormali.



Cà Dario , la Casa che uccide.

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Progettata da Giovanni Dario nel 1487, questa casa di Venezia ha l'oscura fama di essere la Casa che uccide. Tutti i proprietari di questa casa hanno avuto una morte violenta, o per incidente o per suicidio dello stesso, nulla invece accade ai semplici ospiti che hanno dormito nella casa. I Primi proprietari della casa erano la figlia illegittima di Giovani Dario e il marito, entrambi finiti in miseria e successivamente morti. Arbit Abdoll, ricco commerciante di diamanti perse tutte le sue ricchezze poco dopo esserne divenuto proprietario e ancora Charles Briggs, un americano che fuggì dall'Italia per un presunto scandalo morì suicida, tra i possessori della casa anche il manager degli Who, Raul Gardini e Fabrizio Ferrari, tutti morti tragicamente. Anche Mario del Monaco era interessato a Cà Dario ma fu proprio un incidente stradale durante un viaggio per le trattative dell'acquisto, che gli fecero pensare che fosse stato meglio rinunciare all'acquisto.
“Una vecchia cortigiana decrepita piegata sotto la pompa dei suoi monili”, è così che Gabriele D’annunzio descrive Ca’ Dario. Lo scrittore si riferisce alla facciata che dà sul Canal Grande, in pietra d’Istria ornata di marmi policromi ed inclinata sul lato destro, nella quale campeggia l’iscrizione “ URBIS GENIO JOANNES DARIUS” voluta da Giovanni Dario per omaggiare il “genio” della città.Ca’ Dario è legata ad una misteriosa leggenda che sembra colpire i proprietari del palazzo, una lunga scia di drammi, di disgrazie e morti; diversamente ne escono indenni gli ospiti tra i quali il poeta francese Henry De Regnier.Il palazzo fu fatto costruire da Giovanni Dario nel tardo “400, secondo dicerie popolari , in quel luogo, anticamente vi era una necropoli o addirittura un cimitero dei Templari.Le disgrazie iniziano con la morte di Marietta (figlia di Giovanni Dario), morta di crepacuore a seguito dei tracolli economici del marito, Vincenzo Barbaro. Fu così che la famiglia Barbaro ereditò il palazzo. Nel XVI secolo Giacomo Barbaro fu ucciso in un agguato a Candia.Toccò poi una tragica fine ad alcuni uomini d’affari proprietari del palazzo. Il commerciante di diamanti Arbit Addoll che fallì e morì in miseria.Nell’ '800 ci fu un doppio suicidio Radon Brown, studioso di Venezia, ed il suo coinquilino.Toccò poi a Charles Briggs, ricco americano che scappò dall’Italia per una scandalosa storia di omosessualità, si rifugiò in Messico, dove il suo amante si suicidò.
Negl’anni “70 Filippo Giordano delle Lanze venne assassinato dal suo amante Raul, che gli spaccò la testa con una statuetta ; Raul fuggito a Londra perché ricercato, sembra sia stato assassinato a sua volta.Acquistò il palazzo anche Cristopher Lambert, manager Who ( gruppo rock considerato maledetto), morì suicida. Negl’anni “80 comprò Ca’Dario un uomo d’affari veneziano, Ferrari , subì tracolli economici e la perdita della sorella Nicoletta (che risiedeva nel palazzo), trovata morta in un prato a pochi metri dall’auto capovolta.
Ed infine nel 1993 in piena Tangentopoli è la volta del suicidio di Raul Gardini, si tolse la vita con un colpo di pistola (anche se si è parlato di un’uccisione mascherata).Per molti la maledizione del palazzo è solo una leggenda, ma una curiosa coincidenza potrebbe spiegare il mistero: sul portone acqueo del palazzo a fianco a Ca’Dario, c’è un Talismano mistico che servirebbe al allontanare le negatività……