Nuovo anno

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A TUTTI I VISITATORI DEL BLOG L'AUGURIO DI UN FELICE 2010!!!!!!!!!!

Il mistero di Eilean More

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In pieno atlantico ad un centinaio e più chilometri dalle Isole Ebridi, si trovano le Isole Flannan chiamate dai viaggiatori i “sette cacciatori”; tra queste vi è l’isola Eilean More, la più grande e la più settentrionale come posizione.
A queste isole venne dato il nome di San Flannan, da un vescovo del XVII secolo, che qui eresse anche una cappella. Su Eilean More c’era una ricca quantità di pascoli e spesso i pastori vi portavano i greggi in pascolo, ma stranamente mai nessuno che vi abbia passato una sola notte, in quanto si raccontava che su l’isola abitasse il piccolo popolo, entità elementali che incutevano timore.
Non appena i traffici mercantili iniziarono a solcare più frequentemente queste zone di mare, intorno al XIX secolo, le navi che tagliavano da nord a sud sulla rotta di Clydebank, spesso si andavano a schiantare contro le Flannan. Questa situazione portò la sovrintendenza inglese settentrionale nel 1895 a programmare la costruzione di un faro su Eilean More, faro che sarebbe stato punto di riferimento per quella zona di mare.Per l’inizio dei lavori si dovette aspettare due anni e gli stessi perdurarono per molto tempo, prima di essere completati. Le difficoltà furono tante, il continuo mare in tempesta, una costruzione che doveva sorgere su un picco a oltre 60 metri di altezza, resero la costruzione del faro davvero difficile. Nonostante le difficoltà, il faro venne inaugurato nel dicembre del 1899. La sua luce avrebbe illuminato quelle sinistre scogliere. Ma non tutto andò come previsto, infatti undici giorni prima del Natale del 1900 il faro era già spento, perché?La sovrintendenza cercò di verificare immediatamente l’accaduto. Qui erano stati inviati quali custodi del faro tre persone di esperienza, James Ducat, Donald McArtur, Thomas Marshall, possibile che tutti e tre erano misteriosamente assenti? Cosa era successo?
Il 26 Dicembre del 1900 l’alba si apprestava a essere chiara e limpida, con un mare finalmente calmo. La nave Hesperus potè salpare per condurre il sig.Joseph Morr a verificare il mistero.Stranamente vicino all’isola il mare si presentava grosso e dopo tre tentativi si potè attraccare.Nessun segnale era stato ricevuto alle segnalazioni della nave in arrivo. Morr raggiunge il recinto del faro ed inizia a salire chiamando a viva voce i tre custodi, senza ottenere nessuna risposta.
Giunto dentro il faro con altri due marinai, vide con angoscia che tutto era in ordine!! Nessuna cosa era fuori posto, letti in ordine, camino con ceneri fredde, orologio a muro fermo, niente di niente, solo su una lavagnetta erano scritte alcune note datate 15/12/1900 ore 09.00, il giorno in cui il faro si spense!!! Venne controllata anche la struttura di illuminazione del faro, ma anche lì tutto era in ordine, stoppini imbevuti e puliti, pronti per l’accensione.
Mistero fitto, la squadra rientrò a Lewis con i regali di natale e senza una risposta. Le ipotesi si susseguirono ma nessuna convincente, non essendo stati ritrovati i corpi cosa presumere? Si pensò che tutti e tre siano stati vittime di una tempesta, che li travolse sul molo facendoli precipitare in mare, il problema è che il 15 dicembre era stata una giornata calma con mare piatto!! Confermato anche dal transito della nave Archer, il capitano Holman che transitò in prossimità dell’isola, e che rilasciò questa dichiarazione aggiungendo che il faro era già spento al suo passaggio.
Altra ipotesi fu l’omicidio, un raptus di follia di uno dei tre che uccise i compagni e si tolse poi la vita, ma nessuna prova a suffragio di tale ipotesi venne mai riscontrata. Un onda anomala? Investì improvvisamente i tre dal molo? Ma si evidenziò che uno dei tre era sicuramente nel faro, in quanto mancavano solo due dei tre impermeabili di protezione, mentre il terzo era al suo posto, pur vedendo gli amici in difficoltà non si sarebbe precipitato verso di loro con un minimo di protezione, insomma un mistero agghiacciante e irrisolto. Mai nessuno ne ha più fatto suo il caso, ma in fondo su cosa indagare?
Le mie ipotesi si aggiungeranno alle miriadi di altre ipotesi che negli anni si susseguirono..... forse la stessa forza che agisce nel triangolo delle Bermuda ha fatto capolino da queste parti, magari più che una forza è un qualcosa di più materiale..... di mobile, di pilotato..... oppure è una forma di abduction in grande stile alla X-Files, luogo ideale, fuori dal mondo, desolato, tranquillo, dove indisturbati i cari grigi hanno messo sotto vuoto altro materiale biologico molto utile..... o è davvero una forza sovrannaturale che si è ribellata, incattivita dalla nostra devastante e invadente civiltà tecnologica che sta cancellando definitivamente da ogni landa del mondo, quel senso di magico che si perde nella notte dei tempi, in echi lontani, nei boschi vivi e popolati da creature eteree e fantastiche, ormai relegate da una nefasta umanità come leggende, su vecchi libri in oscure e dimenticate biblioteche.

La leggenda dell’Abete di Natale

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In un remoto villaggio di campagna, la Vigilia di Natale, un ragazzino si recò nel bosco alla ricerca di un ceppo di quercia da bruciare nel camino, come voleva la tradizione, nella notte Santa.
Si attardò più del previsto e, sopraggiunta l’oscurità, non seppe ritrovare la strada per tornare a casa. Per giunta incominciò a cadere una fitta nevicata.
Il ragazzo si sentì assalire dall’angoscia e pensò a come, nei mesi precedenti, aveva atteso quel Natale, che forse non avrebbe potuto festeggiare.
Nel bosco, ormai spoglio di foglie, vide un albero ancora verdeggiante e si riparò dalla neve sotto di esso: era un abete.
Sopraggiunta una grande stanchezza, il piccolo si addormentò raggomitolandosi ai piedi del tronco ;
l’albero, intenerito, abbassò i suoi rami fino a far loro toccare il suolo in modo da formare come una capanna che proteggesse dalla neve e dal freddo il bambino.
La mattina si svegliò, sentì in lontananza le voci degli abitanti del villaggio che si erano messi alla sua ricerca e, uscito dal suo ricovero, poté con grande gioia riabbracciare i suoi compaesani.
Solo allora tutti si accorsero del meraviglioso spettacolo che si presentava davanti ai loro occhi:
la neve caduta nella notte, posandosi sui rami frondosi, che la piana aveva piegato fino a terra, aveva formato dei festoni, delle decorazioni e dei cristalli che, alla luce del sole che stava sorgendo, sembravano luci sfavillanti, di uno splendore incomparabile.
In ricordo di quel fatto, l’abete venne adottato a simbolo del Natale e da allora in tutte le case viene addobbato ed illuminato, quasi per riprodurre lo spettacolo che gli abitanti del piccolo villaggio videro in quel lontano giorno.
Fonte:faidate.bloggit.it
Con la speranza che , in nome ,dell'accoglienza,dell'integrazione religiosa e bla,bla,bla , non ci tolgano anche questi meravigliosi sogni !
Nottolia73.

Il " Panspeziale" di Natale

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È il dolce tipico bolognese delle festività di fine anno.

Questa è la ricetta certificata, depositata dalla delegazione di Bologna dell’Accademia italiana della Cucina alla Camera di Commercio di Bologna il 23 giugno 2003:

Ingredienti: 500 g di cioccolato fondente a pezzi; 400 g di farina; 300 g di miele; 250 g di marmellata di frutta ad esempio di prugne o mostarda bolognese; 200 g di frutta candita; fichi, albicocche, cedro, ciliege rosse, pere rosse; 50 g di pinoli sgusciati; 50 g di cacao in polvere; 75 g di Marsala; 15 g di carbonato di ammoniaca; Burro quanto basta; cannella.

Preparazione: Scaldare il miele in una casseruola sul fuoco e quindi aggiungere metà della frutta candita tagliata a cubetti; mettere la farina sul tagliere e disporla a fontana; al centro aggiungervi le mandorle, i pinoli, il cacao, la frutta cotta (marmellata), la cannella, il carbonato di ammoniaca, il marsala, e per ultimo il miele, con la frutta candita; impastare a forma di ciambella su una teglia unta di burro e far riposare per 3 ore circa; guarnire il certosino con le mandorle caramellate e i restanti canditi, quindi infornare e far cuocere per 40 minuti a 180°; una volta freddo spennellare con miele sciolto.

N.B. Il certosino va cotto un mese prima di Natale e va conservato in luogo fresco e asciutto, assolutamente non in frigo.

Fonte: www.mondodelgusto.it

Il fantasma di Leap Castle

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Lo stupendo Leap Castle si trova in Irlanda(strano eh?!?),e,diciamo,è simile a molti altri castelli.Niente di particolare insomma.La sua particolarità sta nel fatto che è infestato..che sciocchezze!sicuramente...però è interessante conoscerle queste sciocchezze,perchè ognuno di noi in fondo ci crede,perfino il più scettico.
Un’antica fortezza,costruita tra il XIV e il XV secolo come roccaforte di avvistamento e di controllo del passaggio in una zona strategicamente importante.Il luogo,un tantino tetro,a mio parere,è stato teatro di vicissitudini storiche.Era una rocca degli O'Carrol (antico clan irlandese), esso ha rappresentato, durante i secoli, una delle costruzioni militari più inespugnabili dell’intera isola. Forse a causa della sua storia, così violenta e sanguinaria, il castello è diventato, nella leggenda, sede di un terribile spirito, uno di quelli che vengono definiti “elementali. Senza una fisionomia precisa, descritto come avente terrificanti occhi umani, ma accompagnato da strani vapori e fumi che ne rendono la figura indistinguibile
Si racconta che il fantasma apparterrebbe ad un prete, componente della famiglia degli O’Carroll, ucciso da un colpo di spada inferto al petto da suo fratello, mentre celebrava una messa in quella che, oggi, viene chiamata “Cappella Maledetta”(solite faide medievali). Nel 1532, infatti, in seguito alla morte del capo clan, si scatenò una battaglia feroce per la conquista del trono, che vide i fratelli della famiglia combattere gli uni contro gli altri. Ma, al di là della saga storica del castello, la prigione che si trova nei sotterranei fomenta terribili storie di fantasmi. Ancor oggi visibili, le prigioni furono luogo delle più cruenti morti: i prigionieri, infatti, vi venivano gettati attraverso un apertura nel pavimento del piano superiore e lasciati cadere su un grosso chiodo che si trovava circa 200mt sotto. Chi era abbastanza fortunato(si fa per dire) da non cadere sul chiodo era destinato a morire di fame, in mezzo ai cadaveri dei propri compagni,tra lente agonie.Infatti ci sono cronache(quindi non possono essere messe in discussione)che gli abitanti sentivano dei lamenti terribili provenire dalle segrete.Nel 1900, mentre alcuni operai erano intenti a ripulire le prigioni(e anche questo è un dato certissimo), furono trovati moltissimi scheletri, impilati uno sopra all’altro e ci vollero tre carri per portarli via tutti. Tra gli oggetti rinvenuti, un orologio risalente al 1800, che fa pensare che le celle dovevano essere ancora in uso nel XIX secolo.
Fonte : vioci.spaces.live.com

La ricetta del castagnaccio

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Questa è una semplice ricetta di un dolce tipico dell’ appennino tosco-emiliano. Col tempo ha subito varie modifiche, da piatto povero si è trasformato in dolce.
Tralasciando la differenza tra i nome e le zone di origine, voglio proporre questo semplice dolce fatto con la farina di castagne.La riuscita di questo dolce è dovuto alla qualità della farina di castagne, io uso quella di castagne macinata senza bucce che viene macinata a Bagnone(credo!?)
Ingredienti:250 gr di farina di castagne550 gr di acqua o latte di soia75 gr di zucchero di canna (100 se la volete dolce)un pizzico di lievito per dolciun pizzico di sale2 cucchiai di olio e.v.o o di mais
Procedimento:Versa la farina di castagne con lo zucchero e si aggiunge acqua un po’ alla volta per evitare i grumi, poi l’olio, il sale e il lievito, si deve ottenere una pastella liquida e si lascia riposare per un po’, io anche una notte a volte, ma anche 1/2 h basta.
Si unge una teglia larga 25 cm con un poco di olio e si versa la pastella, l’olio risalira in superficie e si mette nel forno per 40/50 min a 200° 220° dipende dal forno, o fino a che non si forma la crosticina in superficie.
Tratto da : www.veganblog.it

Torta di zucca per Halloween

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Visto che ci stiamo avvicinando alla festa delle streghe, nota a molti come Halloween, e considerando che vivo in una regione famosa - l’Emilia Romagna - per le zucche ho pensato di celebrare questo bellissimo ortaggio facendo una torta dolce e amara allo stesso tempo. Dolce per via della zucca ed amara per via del fatto che deve essere rigorosamente al 70%, come se non bastasse ho pensato di aggiungerci anche delle arance caramellate come guarnizione.
Ingredienti per uno stampo da 22 cm:
300 gr di zucca cotta al forno 350 gr di farina preparata per dolci mista tra 00 e fecola 3 uova 100 gr di burro 250 gr di zucchero 1 bustina di lievito 1 fiala essenza di mandorla 1 tazzina latte intero 1 arancia tagliata a fettine 150 gr cioccolato fondente al 70% zucchero a velo.
Preparazione: tagliate l’arancia a fettine e disponetela su una placca da forno cosparsa di zucchero a velo -sotto e sopra- e passatela in forno a 200 gradi fino a quando si sarà caramellata. In una terrina montate il burro con lo zucchero fino a quando sarà diventata una crema omogenea, poi aggiungete i tuorli uno alla volta e lavorate ancora, poi la farina e la zucca con l’aroma di mandorla. Quando il composto sarà cremoso aggiungete il latte, il lievito e gli albumi montati a neve. Imburrate una teglia tonda ed infornate la torta a 180 gradi per 30 minuti. Una volta che si sarà freddata fate sciogliere la cioccolata fondente nel microonde a spargetela tipo glassa sulla torta, guarnite infine con le fette di arance candite.
Serve una precisazione, è importante che la zucca sia cotta al forno in modo che si asciughi, qualunque altra cottura infatti la lascerà troppo umida e farà sì che tiri fuori acqua anche nella torta.

Baphomet.

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13 Ottobre 1307 di Venerdi
Le guardie del Re di Francia Filippo il Bello, arrestano per sospetta eresia, tutti i membri conosciuti dell’ordine dei Templari su cui possono mettere le mani. Il Papa del tempo, Clemente V, valuta che l’intera forza dell’Ordine ammonti a circa duemila persone mentre a distanza di poche settimane dagli arresti il governo comunica ai docenti dell’università di Parigi che oltre cinquecento Templari hanno già confessato la propria colpevolezza. Ovviamente non di propria spontanea volontà ma dopo violente e crudeli torture!Dagli atti processuali risulta che i Cavalieri Templari adorassero effettivamente una testa barbuta conosciuta come Baphomet (Bafometto), un reliquiario a forma di testa o forse una scultura, descritta dai monaci, interrogati sotto tortura, nelle forme più disparate. Tutte, comunque, potrebbero richiamare ed essere associate alla Sacra Sindone. L’adorazione di una "testa" fu uno dei principali capi d'accusa del processo, ma il fatto che questa testa fosse quella del demonio o comunque di un idolo, è un altro discorso. Gli accusatori indicavano essere il Bafometto una testa barbuta dagli occhi di carbonchio; dal punto di vista etimologico la spiegazione più plausibile sembra essere la corruzione della parola Maometto, in quanto le moschee venivano chiamate Baphomeris. Tale idolo potrebbe essere un chiaro richiamo pagano come dimostra il Bafometto sul portale della chiesa di Saint-Merry a Parigi e su quello della chiesa di Sainte-Craix a Provins: un grazioso diavolo barbuto, con corna, alato, con artigli ed ermafrodito.
Tratto da : sites.google.com.

La voce dei morti

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La voce dei morti può essere più forte di quella dei vivi. I fantasmi possono avere più significato della cosiddetta realtà. Nell'eternità, il presente e il passato e il futuro sono solo "flatus vocis". Una volta da bambina avevo paura che i morti potessero pensare, così, chiusi per l'eternità dentro le loro bare, dietro lapidi che l'erba ricopriva ed in fosse vecchie di decenni, avevo il terrore che i morti potessero pensare senza poter parlare.
Tratto da : blog.libero.it (tomthumb)

Avalon,l'isola dei morti.

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Secondo la tradizione celtica, in mezzo all'oceano Atlantico è situata un'isola chiamata Avalon, dove dimorano le anime dei morti.Si racconta che nell'isola regni l'eterna primavera e attorno ad essa il mare sia perennemente calmo.Foreste lussureggianti solcate da lenti fiumi la ricoprono per vasto tratto e in questo luogo di delizie, dove non esiste il dolore, ma regna l'uguaglianza, s'aggirano le anime dei trapassati.Vi abita un solo essere vivente ed è il mitico re Artù, che quando l'ora verrà,lascerà l'isola per tornare in Bretagna a sollevare il suo popolo e vendicarsi dei suoi nemici.Ancor'oggi si crede in Bretagna che le anime dei morti s'involino una volta all'anno verso l'isola per stringersi al re e testimoniargli la loro fedeltà e la zona da cui son destinati a partire è la Baia dei Trapassati, dove vivono i più ardimentosi pescatori del mondo.Una volta all'anno, il giorno dei morti, tutti i pescatori del borgo se ne stanno rinchiusi nelle proprie case aspettando la chiamata del predestinato per il viaggio,finché ad una porta qualcuno batte tre colpi. Il prescelto scende alla spiaggia, spinge la barca in acqua e comincia a remare, tanto sa che non gli accadrà nulla di male.Il vogatore non vede nessuno ma la barca si fa sempre più pesante e si cominciano a sentire voci, sussurri, sospiri.Egli non smette di remare, mentre il cielo s'imbianca.Poi d'un tratto la barca ridiventa leggera, le voci e i gemiti cessano, mentre un canto sembra giungere da lontano.E mentre il sole si disegna all'orizzonte, l'isola appare splendente sul mare.La barca allora scivola via leggera per poi fermarsi, mentre un nastro luminoso si leva da essa.Sono le anime dei trapassati che raggiungono Avalon verso la pace eterna e il vogatore saluta gli spiriti dei suoi padri e volge indietro la prua per tornare al mondo dei vivi.
Tratto da :morgana-giardinodellefate.blogspot.com
Immagine tratta da :2.bp.blogspot.com

Elogio al gatto nero

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SE LA NOTTE AVESSE I BAFFI, SAREBBE UN GATTO NERO...
Chissà come vede il mondo attraverso i suoi limpidi e misterici occhi.
Dio ha creato il gatto per dare all’uomo la possibilità di accarezzare la tigre.
È difficile acchiappare un gatto nero in una stanza buia,soprattutto quando non c'è.
Nella casa dove vive un gatto nero non mancherà mai l'amore.
Non è possibile possedere un gatto.Nella migliore delle ipotesi si può essere con loro soci alla pari.
Al gatto nero porta sfortuna essere attraversato da un'auto.
Per ogni gatto che ride c'è almeno un topo che prega.
Tratto da :gold.libero.it

Segni dal cielo

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In Atti 2,19 il Logos profetizza sulla Fine del Tempo: Farò prodigi in alto nel cielo e segni in basso sulla terra, sangue, fuoco e nuvole di fumo. E ancora in Matteo 24:30: E vedranno il Figlio dell'Uomo venire sopra le nubi del cielo...Se i segni sulla terra sono ormai una realtà da circa 20 anni, è tempo dei segni dal cielo. Da molte parti del globo è documentata l'apparizione sempre più frequente di una formazione nuvolosa spettacolare, battezzata Asperatus, mai vista o documentata prima. E' come vedere un enorme batuffolo di ovatta sulle nostre teste o, nei casi più estremi, un mare in tempesta rovesciato.
Tratto da : mikeplato.myblog.it
Apriamo gli occhi e soprattutto la mente verso i nuovi tempi che incalzano e ricordiamoci che la curiosità è la leva che può far smuovere la montagna di vecchi e ottusi pregiudizi , credenze di pseudo scienziati "parrucconi"i quali si sentono gli unici e veri tenutari della verità assoluta.
Nottolia73.

Possessioni demoniache

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Il sentimento più forte e più antico dell'animo umano è la paura, e la paura più grande è quella dell'ignoto." [Howard Phillips Lovecraft
la Chiesa crede nella presenza del demonio, di conseguenza crede nelle possessioni demoniache, e per questo ha istituito una branca di preti specializzati in esorcismi(veri e propri esorcisti!!!) a capo della quale vi è Padre Amorth, essi sono specializzati in pratiche anti-demoniache!!!!! comunque la scienza giudica le persone "possedute" come semplici persone afflitte da patologie psichiche deliranti(spesso collegate alla schizofrenia!).Quindi ci si divide fra parte razionale(scentifica) e parte irrazionale(religiosa) che spiega i comportamenti dei "posseduti" come conseguenza della presenza del demonio. Ora la questione è difficile e personalmente sono più propensa a credere che tutto ciò derivi da disturbi della psiche, della personalità e a volte anche dalla suggestionabilità di alcune persone, ma è anche vero che in alcuni casi la pratica religiosa dell "esorcismo" ha funzionato, liberando le persone dal "presunto demonio". Il caso dunque è spinoso e se ne parla da anni sentendo le più svariate teorie su "possessione e esorcismi" per cui esprimete anche la vostra opinione a riguardo!!!!!
Tratto da:www.orrormagazine.it

Autocombustione umana,mistero irrisolto

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E’ possibile che una persona possa prendere fuoco senza che ne sia causato da elementi esterni? In parole povere, si può prendere fuoco spontaneamente?
Molti sicuramente ricorderanno il libro di King dal titolo “l’incendiaria” dove protagonista era una bambina riusciva con la forza del pensiero a bruciare uomini e cose. Ma qui il discorso che affrontiamo oggi è molto diverso. Secondo Wikipidia, L’atocombustione è un fenomeno paranormale mai provato e privo di fondamento scientifico, di improvvisa combustione di esseri umani.
Ma se la scienza non prova, i fatti dicono il contario. Infatti si sono verificati tantissimi casi di autocombustione. Ma quali sono le cause cui il corpo umano inspiegabilmente, da un momento all’altro prende fuoco e si consuma senza che la povera persona provi alcun dolore?
Poi cè anche una’incredibile particolarità, perchè gli arti inferiori non prendono fuoco ma solo il busto?
Alcune teorie sono state elaborate su questo stranissimo fenomeno, come ad esempio “l’effetto stoppino”. Sappiamo che il corpo umano è fatto per lo più di acqua, quindi di difficile combustione. Il grasso contenuto nell’organismo abbinato a qualcosa che si indossa con una grande percentuale di alcool possa prendere fuoco carbonizzando il mal capitato.
C’è da dire anche che la maggior parte delle persone colpite sono donne.
Ma perchè allora soltanto la parte del busto viene divorata dalla combustione mentre gli arti no? E perchè colpisce nella maggior parte dei casi soltanto donne?
forse perchè negli arti non cè una grande quantità di grasso da verificarsi il famoso effetto stoppino, e perchè a differenza dell’uomo le donne hanno + grassi in corpo.
Tratto da :www.drsplatter.com
Mi sono trattenuta dal postare fotografie vere in quando molto cruenti , ma navigando in internet vi troverete immagini veramente raccapriccianti le quali non fanno altro che aumentare il mistero di come e perchè ciò avvenga.
Nottolia73.

Un tuffo nella preistoria , Zocca 2009 D.C

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Scrivo dalla località di Monteombraro (Mo) nella quale mi sono recentemente trasferita.Effettuato il trasloco di ogni cosa mi sono apprestata a ricollegarmi col mondo , ma con mia grande delusione , la zona in questione,non è assistita da ripetitori cellulari , quindi,telefonino fuori uso ! Mi affido alla Telecom per installare un telefono fisso e collegarmi ad Internet e udite,udite la località non è servita dalla linea ADSL , quindi ,il computer è inservibile ! Mi munisco di una "chiavetta" per poter ,in qualche modo , "navigare"ma quella della Vodafon non riceve segnale , disdico il contratto e acquisto una "chiavetta TIM in quanto mi è stato riferito da alcuni abitanti che con essa si "navichicchia"orbene,ho dovuto acquistare un cavetto USB lungo alcuni metri e far penzolare giù dal tetto la "chiavetta "così facendo riesco qualche volta a collegarmi ad Internet senza poter azzardarmi di colegarmi a Youtube ed accontentarmi di gestire il mio blog con enorme spreco di tempo in quanto ad ogni pagina da aprire occorrono alcuni minuti.So che si può vivere senza telefono , senza computer ma ,mi chiedo ,siamo nel 2009 ed a pochi chilometri da Bologna e Modena è mai possibile restare scollegati col mondo ? Non è che sia un "giochetto "di Vodafon e Tim per lucrare sulle chiavette a tempo ,visto e considerato,che le ore passano in fretta e per navigare in Internet si viaggia molto lentamente ?Un saluto a Vodafon e Tim da Nottolia73 e ............"che dù màrònnnn!!!

Oopart , scheletro di fata ?

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Non so se questo scheletro incluso nella roccia sia un falso . L'immagine proviene da internet, ho creduto opportuno divulgarlo senza commento e lasciare ai visitatori libera scelta nel trarne conclusioni.Sono sempre a caccia di cose strane e misteriose è quindi naturale,alle volte,imbattermi in artefatti falsificati;ma questo "solletica" la fantasia,non trovate ?
Nottolia73.

Fiori di zucca ,come gustarli

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Al di là di mode o controversie che li vuole ripieni con questo o quello...io resto dell'idea che un bel fritto leggero del solo fiore è il modo migliore di gustarli.


Non è una ricetta vera e propria, ma cercherò di dare delle proporzioni almeno per la pastella. Mettete in una ciotola 250 g di farina, 1 uovo intero, poco pepe bianco (il sale lo metto sul fritto sgocciolato). Miscelate con la frusta aggiungendo tanta acqua minerale gasata quanto ne necessita per creare una pastella abbastanza liquida. Coprite la ciotola e lasciatela almeno 1 ora al fresco. Nel frattempo pulite con uno straccetto umido i fiori di zucchina e levate, ad uno ad uno, il pistillo accertandovi che non ci siano animaletti all'interno del singolo fiore. Mantenete un pezzetto di gambo, vi servirà per intingeli nella pastella. Mettete in una padella di ferro ( io ho usato il wok ) abbondante olio di girasole (quello evo renderebbe il fritto troppo saporito rovinando il gusto delicato del fiore). Mescolate brevemente la pastella e appena l'olio è a temperatura iniziate ad immergere, tenendo per il gambo, i fiori nella pastella. Tuffateli nell'olio bollente, non più di 4 o 5 fiori per volta e lasciateli dorare da ambo le parti. Sgocciolateli e poneteli su della carta da cucina. Salate e servite ben caldi. Ovviamente, chi è addetto alla frittura, dovrà approfittare del vassoio in preparazione, altrimenti se li mangia freddi e mollicci ( se ne restano!! ).
Tratto da :gloricetta.blogspot.com

Le Primule , magiche amiche

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Dopo il lungo letargo invernale, la primula è uno dei primi fiori che appare a tutti noi nei prati, la sua delicata corolla, annuncia la Primavera.

Shakespeare, nel Racconto d’inverno, dedica al fiore delle espressioni poetiche:

Pallide Primule che muoiono nubili”, sottolineandone la caratteristica, che nasce nel periodo in cui la natura è quasi morta.
Simbolo di giovinezza la Primula dona buona fortuna, ed in Gran Bretagna si offre come amuleto, che si vocifera diventi potente se tenuto sul cuore insieme ad un cristallo di rocca.

La Primula nella tradizione ha qualità terapeutiche, questo fiorellino è un ottimo diuretico ed anche un buon sedativo. Ildegarda di Bingen, badessa benedettina del XII secolo, lo consigliava come rimedio contro malinconia e insonnia.
I fiori essiccati, oltre servono a profumare la birra ed a migliorare il bouquet dei vini; i petali dei fiori freschi, vengono posti anche all’interno di insalate; uova sode e dolci.
Una vecchia leggenda parla che dal Paradiso San Pietro gettò le sue chiavi, perché il Signore ne aveva voluto un paio nuovo, appena le chiavi caddero a terra spuntò la Primula, inoltre, si dice che questo fiore celi un gran segreto, cioè: chi riesce a toccare la roccia delle fate con un mazzetto di Primule, vedrà aprirsi la strada che lo condurrà al loro regno. Il rito magico deve esser fatto con un numero preciso di Primule altrimenti si avrà un destino infausto.
Curarsi con la Primula
Contusioni: fare un decotto di Primula, mettere 100gr di radici essiccate e sminuzzate in un litro d’acqua bollente. Lasciar freddare ed applicare gli impacchi.
Indigestione: fare un infuso di Primula, lasciare 60gr di fiori in un litro d’acqua bollente per 10 minuti e bere molto caldo e lentamente.
Rito con la primula: Prendere, anzi, raccogliete delle foglie di primula, prendete una qualsiasi essena (un cucchiaino) e unitela all’interno di una bacinella nuova con dell’acqua, prendete le primule, e mettetele all’interno della bacinella e lasciare tutta la notte all’aria aperta sotto la luce della luna con il bigliettino, al di sotto della scodellina con il nome del favore che si vuole chiedere.
La mattina all’alba, alzarsi e lavarsi con l’acqua della primula, ripetendo dentro di voi grazie alla primula e alla luna.
Tratto da : www.esoterya.com

Il fantasma di Bardi

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Nel 1400 Moroello valoroso cavaliere, nonchè capitano delle truppe, s'innamora ricambiato della bella Soleste, giovane figlia del Castellano, ma li divide una insormontabile differenza di casta. "ma il padre l'ha promessa in sposa ad un feudatario vicino. Un matrimonio che porterà nuove terre ed una solida alleanza. Solo la balia aiuta Soleste e Moroello e si prodiga affinche i due ragazzi possano incontrarsi e stare insieme." Moroello, per conquistare e meritare la mano di Soleste parte per la guerra. Si dice che la bella castellana, fortemente in pena per la sorte del suo amato, salisse ogni giorno sul mastio nella speranza di vederlo ritornare. Ciò fino al giorno in cui Moroello finalmente tornò vincitore, ma indossando le insegne del nemico in segno di spregio, confuse la sua cara e preoccupata amata. Soleste, infatti, vedendo avanzare le insegne nemiche, capì che il suo amore era sconfitto e morto, decidendo di conseguenza di suicidarsi immediatamente, lanciandosi dal mastio. Quando Moroello arrivò al Castello... "E' la balia a dare la triste notizia del suicidio a Moroello e ad assistere all'urlo straziante mentre egli si getta dagli spalti della Piazza d'armi.
La base del mastio, da anni è soggetta a studi e ricerche notturne con sofisticate apparecchiature elettroniche da parte di ricercatori italiani e stranieri. Il fantasma di Moroello, nell'arco dei secoli, è infatti apparso vicino al mastio a volte accompagnato da una sommessa e triste musica.
Negli ultimi anni, però, gli "avvistamenti" si sono fatti più frequenti anche da parte dei visitatori e dei ricercatori del Dipartimento di Ricerca del Centro Studi Parapsicologici di Bologna. I quali ultimi sono addirittura riusciti a fotografare il fantasma di Moroello, con una termocamera sofisticatissima, e hanno realizzato nel castello una mostra su questa presenza."
Tratto da : eilantha.splinder.com

Funghi , storie e leggende

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I funghi, proprio per il fatto che sembra spuntino dal nulla, sul terreno o su tronchi di piante, per l'azione la velenosità di alcuni e per gli effetti allucinogeni di altri, hanno sin dai tempi antichi suscitato la fantasia degli uomini, avvolgendosi in un alone di magia e diventando protagonisti di credenze e leggende popolari.

Alcune credenze vogliono, infatti, i funghi che crescono in cerchio generati dalle danze notturne di streghe o gnomi (c.d. anello delle streghe).

Nella Cina antica, ad esempio, il fungo, ku o chih, era considerato simbolo di lunga vita, magico, divino, e legato in qualche maniera all'immortalità.

Gli Aztechi e i Maya consideravano i funghi allucinogeni "carne divina", per le loro proprietà allucinogene.

Anche nell'antica Grecia, come in Cina, il fungo era considerato simbolo di vita e pertanto divino. Narra, infatti una leggenda, che l’eroe Perseo, dopo un lungo viaggio, stanco e assetato, si poté rifocillare con dell’acqua raccolta nel cappello di un fungo; per questo motivo decise di fondare in quel posto una nuova città che chiamò Micene (dal greco mykés = fungo), dando vita alla civiltà micenea.

Nella civiltà Romana, invece, il fungo, pur apprezzatissimo per le qualità culinarie, diventò anche simbolo di morte, infatti, il termine fungus significherebbe "portatore di morte" (dal latino funus = morte e ago = porto, portare). Sono vari gli episodi tra leggenda e realtà legati alla concezione funesta dei funghi.

Si narra ad esempio che l’imperatore Claudio era così ghiotto di funghi che morì proprio a causa di questi: la moglie Agrippina, conoscendo il suo debole culinario e desiderando mettere sul trono, al suo posto, il figlio di primo letto Nerone, lo avrebbe fatto avvelenare proprio con funghi velenosi.

La mitologia nordica, invece, narra che una volta Odino era inseguito dai diavoli e le gocce di bava rossa che cadevano dalla bocca di Sleipnir, il suo mitico cavallo a sei zampe, si trasformarono magicamente in funghi rossi.

In Siberia, come racconta James Arthur, un etnobiologo di fama internazionale, ‘’gli sciamani usavano e usano il fungo Amanita muscaria come un sacramento religioso'’ ‘’Essi - dice - entrano attraverso un’apertura del tetto e portano questi funghi (allucinogeni) in grandi sacchi'’. Sono vestiti di rosso e bianco, i colori di Babbo Natale, ma anche dell’Amanita, che in Siberia cresce nei boschi di conifere .

I funghi, presenze che capita spesso di incontrare lungo i percorsi, almeno entro una certa quota e che suscitano curiosità e interesse per quel loro essere amichevoli, ma anche micidiali; per il loro comparire quando uno non se lo aspetterebbe e rendersi irreperibili quando li si cerca; quel loro alludere al mondo magico delle fiabe.

Immagine :fairydoll.myblog.it

Tratto da:wikipedia.org


La profezia del corvo

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“Se i corvi della Torre di Londra verranno dispersi o voleranno via, la Corona cadrà e con essa l'intera Britannia".
Questa curiosa profezia viene fatta risalire a Charles II (1660-1685), il “Merry Monarch”. E' probabile che questa stessa leggenda derivi da altre leggende popolari e superstizioni sui corvi, legate anche al mito delle streghe.
Oggi comunque i corvi sono una specie protetta in Gran Bretagna (meglio non correre rischi :-)
In particolare, i corvi della Torre di Londra sono accuditi dagli Yeoman Warders (detti anche Beefeater), che hanno a capo il cosiddetto "Ravenmaster".
Quando un corvo dello Stormo Reale muore, il Ravenmaster lo seppellisce personalmente in un punto ben preciso all'interno del complesso della Torre di Londra. Esiste anche una specie di lapide, la Raven Memorial Headstone, che commemora tutti i corvi morti dal 1956 in poi, elencandoli minuziosamente.
Tratto da : www.kappero.com

Lasagne vegetariane

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Ingredienti :
gr. 500 di pasta fresca per lasagne
gr. 500 di passata di pomodoro
gr. 500 di besciamella
2 zucchine
2 carote
gr. 350 di piselli freschi sgusciati
1 cipolla piccola
2 cucchiai di olio
2 mozzarelle
50 gr. di parmigiano
Sale e pepe

Preparazione :

soffriggere in un tegame una cipollina con due cucchiai di olio, quindi aggiungere le zucchine e le carote tagliate a dadini, i piselli e quindi la passata di pomodoro; salare, pepare e fare cuocere la salsa (girando ogni tanto) per circa 15/20 minuti. Nel frattempo scottar in acqua salata nella quale è stato aggiunto un pochino d’olio le lasagne fresche, e preparare la besciamella (la mia è la classica, semplice, senza alcuna aggiunta di spezie). Una volta pronto il sugo assemblare le lasagne: in una teglia mettere sul fondo un pochetto di sugo e besciamella, quindi uno strato di pasta. Sopra la pasta mettere in sequenza: sugo, besciamella, mozzarella tagliata a fettine e un po’ di parmigiano grattugiato. Quindi ancora la pasta e gli altri ingredienti fino a finire tutta la pasta e gli altri ingredienti. Sull’ultimo strato il parmigiano deve essere più abbondante (se si vuole mettere anche qualche fiocchetto di burro, ma io non l’ho fatto). Infornare a 200° per circa 45 minuti o comunque fino a che la pasta ha raggiunto il colorito voluto.
Tratto da :zioda.blogspot.com.
Per i "divoratori"di lasagne questa è una buona ricetta adatta alla stagione , indiscutibilmente contiene meno grassi rispetto alla tradizionale ricetta con carne di tipo invernale ,provatele!
Buon appetito da Nottolia73.

Oggetti fuori dal tempo

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..Avete mai provato a costruirvi un boomerang? Se non siete in possesso di profonde nozioni di aerodinamica otterrete solo un pezzo di legno dalla forma arcuata, che fa di tutto escluso ritornare indietro. Eppure gli aborigeni australiani e gli antichi Egizi, presso cui il boomerang era conosciuto, non erano certamente degli esperti di questa difficile disciplina.

..Nel popolare "Non è terrestre", .. Peter Kolosimo cita una moneta di bronzo ritrovata in Illinois sotto uno strato inviolato di sedimenti profondo 42 metri; un cubo metallico perfettamente levigato rinvenuto tra strati di carbone dell'Era Terziaria (da settanta a dodici milioni di anni fa); l'impronta di una moderna vite in antichissime rocce del Nevada; la traccia di un proiettile nel cranio di un bisonte preistorico in Siberia.

Il meccanismo di Antikythera ..a prima vista, assomiglia a un blocco di ruggine. Osservandolo meglio ecco che si vedono emergere dalle incrostazioni i denti di alcuni ingranaggi. Sono in bronzo, e costruiti con incredibile precisione; si direbbe che appartengono a un moderno orologio abbandonato nell'acqua marina per molti anni. ..fu rinvenuto, infatti, nel 1900 in una nave affondata intorno all'80 a.C. al largo dell'Isola di Antikythera (tra Creta e la terra ferma). ..l'archeologo Valerio Strais si accorse che si trattava di un sofisticato apparecchio, composto da almeno trenta ingranaggi ricoperti da iscrizioni in greco. .. Si tratta di una sorta di computer astronomico in grado di determinare le relazioni tra il Sole, la Luna, la Terra e le stelle. ..nell'80 a.C., simili apparecchi "non avrebbero dovuto esistere": .. in quel tempo la tecnologia non era in grado di produrre apparecchiature di tale precisione. Del resto non ne avrebbe prodotte per altri sedici secoli: nel meccanismo si trova infatti un ingranaggio differenziale, inventato (o reinventato) soltanto verso la fine del cinquecento.

Il geode di Coso (di Roberto Ranucci, non incluso nel sito di Castelli) Oggetti fuori dal loro tempo. Questa e' la definizione italiana degli "Oopart", reperti accidentalmente rinvenuti, al di fuori di ogni logica e convenzionale collocazione. Uno dei primi enigmatici reperti archeologici di cui si abbia avuto notizia e' "il geode di Coso", una pietra stranamente priva della sua tipica cavita'. Il 13 febbraio del 1961 tre gioiellieri, Mike Mikesell, Wallace Lane e Virginia Maxey, a caccia di minerali sulle montagne Californiane di Coso, trovarono un geode ricoperto di fossili nella roccia. Pensando ad un raro minerale i tre vollero esaminarlo prima di una eventuale lavorazione. L'oggetto fu tagliato a meta' con un'apposita sega e nel suo interno fu trovato un oggetto di natura artificiale. L'oggetto presentava un nucleo di metallo circondato da strati di materiale simile alla ceramica ed una copertura esagonale in legno. I tre gioiellieri si rivolsero ad alcuni scienziati: vennero fatte delle radiografie dell'oggetto, ancora incastrato nella pietra, e si scopri' che era composto da una molla a spirale, un chiodo ed una rondella. Sembrava la candela di una macchina, ma...di epoca preistorica dato che le incrostazioni fossili della pietra erano risultate vecchie di 500 mila anni! Sottoposto ai raggi-X l'oggetto ricorda molto la candela di accensione di un motore a scoppio. Ulteriori indagini effettuate sulle fotografie e sulle radiografie rivelano che il pezzo metallico piu' importante dello oggetto, situato nella parte superiore, non sembra tuttavia corrispondere a nessuna parte della candela normalmente in uso ai giorni nostri. I gioiellieri misero in vendita il loro tesoro per 25.000 dollari, ma l'offerta non ebbe fortuna dato che nessuno lo acquisto' per timore di una frode.

fonte: http://www.the1phoenix.net/

Elisir Celtico contro l'influenza

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Vista l'aria che tira.............
Male certo non fà !

Ingredienti:
Arancia
Limone
Rhum
Zucchero di canna
Preparazione: In un pentolino mettete a bollire in una tazzina da caffè d'acqua e 1/2 solo la parte arancione della buccia di mezza arancia (la parte bianca è più amara), due pezzettini del giallo della scorza di limone e una fettina intera di arancia. Aggiungete lo zucchero di canna a piacere e fatelo sciogliere bene (di solito un paio di cucchiaini scarsi, è sempre possibile fare una piccola aggiunta dopo). Lasciate bollire un po' a fuoco basso. Spegnete e versate il tutto in una tazza. Versate 3/4 della stessa tazzina da caffè di Rhum e bevete molto caldo.
Tratto da :fantasy blogsfere.it
Immagine:mondodellafantasia.spaces.live.com

Frankenstein-Una storia vera?

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La storia assomiglia a quella narrata in uno dei film più divertenti e geniali della storia del cinema - quella di Frankestein Junior, di Mel Brooks.
Ma in questo caso, tutto è molto più serio.
Insomma, la teoria che circola da un po' di tempo è che l'orribile e allo stesso tempo meravigliosa storia di Frankestein non sia il frutto di una pura invenzione da parte della scrittrice Mary Shelley, la moglie del grande poeta romantico che scrisse il celebre romanzo - destinato a scandalizzare Londra e il mondo - nel 1818.
La tesi finora accreditata raccontava che la Shelley per immaginare una storia così pazzesca si fosse ispirata alla vita dell'alchimista Konrad Dippel nato in Germania nel 1673 nel Burg (castello) Frankenstein e morto nel 1734 nel castello dei Wittgestein a Berleburg.
Dippel è un personaggio quasi leggendario, secondo alcuni un medico pazzo, che studiò seriamente l'alchimia e usò per i suoi libri - molti vennero messi all'indice - un gran numero di pseudonimi.
Mary Shelley si sarebbe ispirato a lui durante quella famosa vacanza a Bellerive (Ginevra) durante la quale - a seguito di lunghe conversazioni sulla letteratura tedesca con amici come Byron e lo stesso Shelley - nacque l'idea di quello che poi sarebbe stato considerato il primo romanzo di fantascienza, Frankenstein.
Ma a questa tesi non sono mai stati trovati sicuri riscontri.
Ora invece assai interessanti novità arrivano dal lavoro di uno studioso, Radu Florescu, docente del Boston Institute, che ha scritto sull'argomento un libro, divenuto un best seller negli USA, e che speriamo sia presto tradotto anche in Italia.
Florescu ha iniziato il suo lavoro nel 1996. E con pazienza certosina, sembra che egli sia riuscito a trovare le tracce del passaggio di Mary, insieme al suo compagno, nel castello di Frankestein nei pressi di Darmstadt, dove come abbiamo detto Dippel era nato.
Florescu avrebbe trovato le prove che Dippel riuscì a creare un arcanum chymicum di sua invenzione, che chiamò appunto Olio di Dippel, un elisir di lunga vita ottenuto macerando ossa di morti con acido prussico,un potente veleno.
Dippel, ossessionato dall'idea di restituire vita ai corpi morti, passava il tempo in giro per cimiteri alla ricerca di teschi, e corpi appena sotterrati. E finì, secondo Florescu per morire avvelenato dal suo stesso elisir di lunga vita.
Questa storia, lugubre e gotica al punto giusto sarebbe poi stata 'arricchita' dalla Shelley con l'aggiunta dell'energia elettrica (dei fulmini) che all'epoca di Dippel era ovviamente del tutto sconosciuta.
Fonte:mysterim.blogsfere.it

Pappardelle con l'ortica

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Ingredienti per 4/6 persone:


800 gr. di ortica (solo le foglie)
400 gr. di farina
4 uova
100 gr. di burro
8 cucchiai di parmigiano grattugiato
sale

Preparare la sfoglia con la farina, le uova e le foglie di ortica sbollentate un minuto, passate in acqua fredda, sgocciolate, strizzate e tritate nel mixer. Tagliare le pappardelle lunghe 18 cm. e larghe 2, cuocerle al solito modo e condirle con 40 gr. di burro e 4 cucchiai di parmigiano. Intanto porre il burro rimanente in un padellino: cuocere oltre la doratura, fino a che il burro assuma un intenso colore bruno. Servire le pappardelle nei piatti singoli, con una cucchiaiata di burro nero e una spruzzata di parmigiano.
Fonte:www.ugotognazzi.com


Poltergeist , onde cerebrali ?

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Gli studiosi ci credono si’ e anche no, ma il fenomeno paranormale del Poltergeist esiste, di certo, per alcuni, quantomeno per chi lo ha vissuto. Gli studiosi pretenderebbero una ripetitivita’ del fenomeno, che allora, diventando spiegabile scientificamente, smetterebbe di essere paranormale. Capiamoci: se e’ paranormale e’ parascientifico, se e’ scientifico allora e’ normale.
Ma tralasciando cio’ che rende scientifico un fatto, va detto che, il Poltergeist, fenomeno di tradizione antica, sta vivendo un periodo di particolare fortuna, forse anche grazie al fatto che la scienza ha aperto una porta di “possibilita’ ad ammettere l’esistenza” di questo fenomeno.
Prima di tutto il fatto che tutti i Poltergeist hanno come protagonisti gli adolescenti, che sono suggestionabili ma anche predisposti a una energia piu’ forte e piu’ decisionale, in fatto di empatia e di trasmissione delle onde energetiche, l’adolescente immagazzina, trasforma e restituisce cambiato, e’ ovvio che sia cosi’.
Eppure le stanzine sconvolte dall’energia sopranaturale, grazie agli spiriti burloni che lavorano senza sosta, esisterebbero, un po’ piu’ nel cervello dei ragazzi e meno nella stanza, ma il Poletrgeist c’e’. La ricerca per spiegare i fenomeni paranormali dei ragazzi arriva direttamente dall’Italia, dove una coppia di psicologo e fisico naturale ha deciso di andare in fondo alla faccenda e di vederci chiaro.
Secondo il fisico la caratteristica che i Poltergeist accadono vicino a donne giovani o adolescenti e’ spiegato dal fatto che, i bambini, incanalando l’energia nel vuoto quanto-meccanico creerebbero una sorta di “chaos”.Gli elettroni superstimolati farebbero allora muovere in casa gli oggetti, facendoli cadere per terra e a varie riprese creare gli uragani da cameretta. Poco da aggiungere: i Poltergeist ce li hanno davvero in tanti, per cui non e’ possibile che sia una infinita finzione.
Fonte :ADN Kronos.
Immagine:www.fullhalloween.com

Mandragola .

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Pianta sacra, sia nella sua accezione positiva sia negativa: può dare la vita come la morte. Evocando il corpo umano, essa rappresenta la panacea, ma contiene anche una forza malefica. Si pensava che strappare una mandragola provocasse una morte istantanea. Questo perché la mandragola è lo strumento di Dio come del diavolo.
Infatti, nell’ epoca romana, si credeva che la mandragola, svellendola dal terreno, avrebbe risvegliato il demone. Si suggeriva di disegnare tre cerchi e di legarla al collo di un cane con un filo nero.
L'erba mandragola, nelle regioni appenniniche del lago Scaffaiolo, è considerata un potente rimedio contro i temporali e le bufere. I pastori del luogo guardano di mal occhio gli escursionisti, temendo che essi raccolgano la mandragola e più volte, dopo una tempesta, hanno aggredito brutalmente i malcapitati, ritenendoli responsabili delle perturbazioni atmosferiche.
Si dice anche che, quando la magica pianta viene estratta dal terreno, emetta un grido che fa morire chi lo sente.
L’uso farmaceutico di questa pianta risale ai tempi più antichi e superstiziosamente gli uomini la credettero capace di provocare l’amore e di creare ricchezza.Per queste virtù la mandragola fu nota anche come Circea, alludendo alle meravigliose ed incantevoli arti della maga Circe. Per la rassomiglianza della figura umana, la radice ricorda gli arti inferiori dell’uomo, Pitagora la chiamò Anthropomorphos e l’iconografia, che sin dai tempi più lontani fu ricchissima, non abbandonò mai tale fantasticheria. L’uso della pianta come “semplice” fu enfatizzato con l’avvento della “Dottrina delle Segnature” che sfruttò altresì la già esistente atmosfera magica attorno alla pianta.Nel Medioevo la diffusione della pianta fu enorme e divenne il simbolo delle arti occulte. In tutte le pratiche magiche se ne fece un largo impiego sfruttando gli effetti allucinogeni delle polveri e dei succhi.
Altre fantastiche storie riguardarono la nascita della pianta che, essendo di fattezze umane, non poteva altro che provenire dall’uomo secondo il mito dell’ “Homunculus”. L’essere innaturale, simile all’uomo, era ottenuto dallo sperma umano posto nelle più differenti strutture biologiche.Così la tradizione popolare cercò fra gli uomini, chi poteva essere l’inseminatore e lo trovò in Adamo il cui sperma, caduto sulla terra, originava la magica radice. Anche lo sperma degli impiccati, avendo trovato alcune piante sotto i patiboli, fu reputato in grado di generare la mandragola. Tutto ciò portò ad affermare che la pianta, posta in un vaso accanto a sperma e mestruo femminile, poteva creare quindi l’Homunculus cioè l’Essere innaturale dotato di poteri formidabili.
Fonte : madame Blatt.

Cantilena delle streghe

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Ascoltate ora le parole delle streghe,
i segreti che nascondemmo nella notte,
quando oscuro era il destino del nostro cammino,
che ora noi portiamo verso la luce.

Misteriosa acqua e misterioso fuoco,
la terra e l’aria sconfinata,
dalla segreta quintessenza li conosciamo,
e volere e mantenere il segreto e osare.

La nascita e la rinascita di tutta la natura,
il passare dell’inverno e della primavera,
li condividiamo con la vita universale,
gioiamo nel cerchio magico.

Quatto volte l’anno il Grande Sabbat ritorna,
e le streghe sono viste
danzare a Lammas e a Candlemas,
alla Vigilia di Maggio e all’antico Halloween.

Quando giorno e notte hanno egual durata,
quando il sole è al suo punto più alto e più basso,
i quattro Sabbat Minori sono chiamati,
e le Streghe festeggiano insieme.

Tredici sono le lune d’argento in un anno,
tredici sono i componenti del coven.
Tredici volte all’Esbat siate felici,
per ciascun anno fiorente e un giorno.

Il potere fu tramandato attraverso le ere,
ogni volta tra donna e uomo,
ogni secolo verso l’altro secolo,
prima che il tempo iniziasse.

Quando il cerchio magico è tracciato,
dalla spada o dall’Athamè di potere,
il suo confine tra due mondi giace,
nella terra dell’ombra in quell’ora.

Questo mondo non ha leggi da conoscere,
e il mondo dell’oltre nulla dirà.
Gli Dei più antichi sono là invocati,
la Grande Opera magica è compiuta.

Perché due sono i mistici pilastri,
eretti alle porte del santuario,
e due sono i poteri della natura,
le forme e le forze divine.

L’oscurità e la luce in successione,
l’opposto l’uno dell’altra,
presentati come un Dio e una Dea:
questo insegnano i nostri antenati.

Di notte egli è il cavaliere dei venti selvaggi,
il Cornuto, il Signore delle Ombre.
Di giorno egli è il Re dei Boschi,
l’abitatore delle radure delle verdi foreste.

Lei è giovane o vecchia come desidera,
naviga le nuvole squarciate nella sua nave,
la luminosa signora della mezzanotte,
l’anziana che tesse incantesimi nell’oscurità.

Il signore e la signora della magia,
che abitano le profondità della mente,
immortali e sempre rinnovati,
con il potere di liberare o legare.

Allora brindate agli Antichi Dei con il buon vino,
e danzate e fate l’amore in loro lode,
finché la bella terra di Elphame possa accoglierci,
in pace alla fine dei nostri giorni.

E fai ciò che vuoi sia la sfida,
che sia nell’Amore che non danneggia nessuno,
perché questo è l’unico comandamento.
Per la Magia degli antichi, così sia fatto!

Doreen Valiente
Fonte:clow farmer.

Streghe , strumenti per rituali

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Calderoni, athame, coppe....sono solo alcuni degli strumenti che i Wiccan usano nei rituali religiosi e magici. Alcuni possono sembrare dei normali utensili da cucina e, in effetti, lo sono. Sono poche le case in cui non vi sono delle scope o colelli. E su mensole polverose o in abbaini pieni di ragnatele è facile trovare quei grandi paioli di ghisa con la base rotonda. Tazzi di ogni forma e varietà vengono usate quotidianamente da miliardi di esseri umani. Eppure i Wiccan attribuiscono a questi oggetti un'importanza che trascende la loro funzione basilare, quella di spazzare, cucinare, tagliare o servire per bere; li considerano oggetti religiosi, non certo da venerare, ma da impiegare nei rituali per sintonizzarsi con l'energia divina.Gli strumenti possono essere forgiati in pieno sole, intagliati al sorgere della Luna durane il solstizio d'estate, o purificati con foglie di basilico in una radura del bosco. Di solito i Wiccan se li costruiscono da soli, quando è possibile. E quelli che esulano dalle loro capacità, vengono acquistati, anche se talvolta può essere laborioso ottenere un set completo che di solito, viene usato esclusivamente nei rituali.Eccovi, qui di seguito, alcuni dei "ferri del mestiere" standard:
LA BACCHETTA serve a proiettare la propria energia su un dato luogo, oggetto, persona o dimensione. Può essere fatta di legno o di rame rivestito di pelle. La bacchetta di legno dovrebbe essere ricavata dagli alberi tipici della propria località. Sarebbe, perciò, opportuno eseguire ricerche sulle loro proprietà magiche, onde poter fare la scelta migliore. In tal modo la vostra energia coinciderà con quella della terra che vi circonda. Aree diverse del paese vibrano con frequenze diverse. A mio parere, anche se molti non sono d'accordo, ricavare le bacchette tagliando un ramo può essere evitato, ci sono così tanti rami già caduti perchè fare del male ulteriormente alla pianta? E' un'opinione personale, logicamente, quindi ognuno si senta libero di procedere come desidera.
LA SCOPA può essere usata come decorazione, nonchè per attività magiche e riti. E' utile per eliminare l'energia negativa da un luogo. La scopa è il simbolo principale della Strega, e rappresenta il veicolo con cui viaggia nel mondo dei sogni. Spesso le streghe battezzano la loro scopa, perchè tale strumento può essere usato per ospitare temporaneamente uno spirito o un'entità particolari, ed è una specie di membro inanimato della famiglia. E' uno strumento eccellente anche da appendere sull'ingresso di casa, a mo' di protezione. Se volete fare un regalo a una sorella o a un fratello d'Arte, oppure ad una coppia di sposi, decorate una scopa e legate un incantesimo all'impugnatura con uno spago d'argento.
IL CALICE è il simbolo di emozione e fertilità. E' usato nelle cerimonie di dedicazione e di iniziazione, nei riti festivi per onorare gli Dei e per determinati incantesimi. In alcune occasioni userete più di un calice, uno per voi e uno per la divinità. Tali oggetti hanno, solitamente, un gambo lungo e sono fatti dei più svariati materiali adatti al contatto con i cibi. I calici possono contenere semplicemente acqua, o qualcosa di più sofisticato, come vino, sidro o idromele. La scelta di tale strumento è strettamente personale. La leggenda del calice è antica e risale ai tempi dei sacrifici divini dei re, atti a garantire prosperità al popolo. Nei riti dell'Arte il recipiente è l'elemento femminile, l'athame quello maschile. Quanto il pugnale è abbassato nel calice, si compie l'uniione simbolica del Dio e della Dea, un'esperienza davvero molto commovente.
IL PENTACOLO è un disco con inscritto un pentagramma (fra i vari simboli possibili). Derivato dalla magia cerimoniale, ha come scopo principale quello di evocare entità e protezione. PUò essere usato anche per ottenere arricchimento materiale per se stessi, oppure appeso in un astanza per scopi protettivi. Rappresenta le cose materiali ed è usato negli incantesimi per invocare l'arrivo del denaro. Il pentacolo coincide anche con lo scudo o la ruota della medicina dei Nativi Americani, dove ogni direzione della bussola rappresenta elementi significativi e foze vitali. Su di esso possono essere posti anche altri sigilli, quali rune protettive, o parole create attraverso uno dei tanti alfabeti magici. Sono molto usati anche i simboli geometrici. Il pentacolo è ideale per caricare gioielli e gemme, che a tal fine vengono posti al centro della stella a cinque punte. Lo stesso dicasi per gli strumenti di guarigione. Il pentaloco deve stare in posizione verticale quand'è sull'altare.
L'ATHAME è usato per comandare e manipolare il potere. Tale pugnale ha solitamente una doppia lama smussa, poichè, in realtà, non serve per tagliare sul piano fisico, bensì per indirizzare l'energia in una dimensione in cui i coltelli veri sono inutili. Nonostante il colore tipico dell'impugnatura sia nero vanno benissimo anche altri colori. Alcune streghe preferiscono usare spade. La bacchetta e l'athame sono fondamentalmente intercambiabili, si tratta più che altro di una questione di stile e di preferenza personali. L'Athame rappresenta l'intelletto, il pensiero sensato e il calcolo.
IL BOLLINE è uno strumento usato per tagliare cose nel mondo materiale. E' una sorta di coltello dall'impugnatura curva, solitamente bianca, si utilizza per raccogliere erbe, procurarsi bacchette, piantare, per incidere candele tagliare spaghi e altro ancora. Non dovrebbe essere utilizzato in luoghi quali la tavola da pranzo, o per aprire confenzioni in cucina, poichè serve esclusivamente per attività magiche.
IL BRUCIA INCENSI la funzione di tale strumento è quella di purificare l'area in cui sono state effettuate procedure magiche. Può esssere inoltre usato per purificare la casa in occasione di una pulizia magica completa annuale. Esiste una grande varietà di brucia-incensi e di incensi. L'incenso aiuta la strega a raggiungere uno stato alterato di coscienza ed è un elemento che molti non appartenenti all'arte, che si recano da lei per la divinazione, si aspettano di trovare a casa sua. Può essere acquistato sotto forma di coni, bastoncini o grezzo. Se si opta per l'incenso in polvere oppure grezzo si può mescolarvi profumi o erbe. Con la pratica riuscirete a controllare la durata e la quantità necessaria. Per avere successo, un incantesimo semplice non richiede un bastoncino o un cono d'incensi interi.
IL CALDERONE è il simbolo della Dea. Quando lo si utilizza, avviene una trasformazione. Pensaelo come la leggendaria fenice che si leva dalle fiamme. Può costituire il punto d'interesse principale in un rito, lo si impiega per creare oli e infusi o per scopi divinatori. In quest'ultimo caso si scruta l'acqua ferma, il vapore, o si fa colare cera nell'acqua per valutare le forme che cquista a contatto con il liquido. Il calderone è fatto, solitamente, di ghisa, poichè deve mantenere il calore (e continuare a bollire). E' una tradizione proveniente dalla Vecchia Religione. Ai tempi delle levatrici medievali, esso veniva probabilmente usato per riscaldare l'acqua in preparazione del parto o per aromatizzare con erbe quella usata per lavare i defunti. Dalla nascita alla morte, il calderone veniva impiegato per più scopi, compresa la preparazione di rimedi e medicine per guarire i malati o di pozioni d'amore. Tutti amano fondersi con le proprie radici genetiche, e il calderone fornisce una sorta di legame con esse.
Immagine:Athia.splinder.com

Funghi , leccornie di primavera

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REGOLE PER LA RACCOLTA DEI FUNGHI
Per la raccolta usare sempre cestini rigidi che consentano una buona aerazione, la dispersione delle spore, non alterino i funghi nell'aspetto e nella composizione. Vietato usare i sacchetti di plastica.
I funghi riconosciuti come non commestibili o tossici vanno lasciati sul posto intatti perchè il loro ruolo nell'ecosistema è fondamentale. Se si raccolgono alcuni esemplari velenosi per motivi di studio, essi sono da tenere sempre separati dalla raccolta ai fini di consumo a tavola.
Non mangiare nessun fungo che non si è identificato (o fatto identificare da ispettori micologi) con certezza, al minimo dubbio, meglio scartarlo. Ricordare sempre che il più delle volte non basta confrontare una foto su un manuale (o su un sito in rete) per riconoscere una specie.
Il fungo, nei limiti del possibile, va raccolto nella sua interezza e ripulito sommariamente sul posto. Funghi incompleti, porzioni e frammenti fungini non sono facilmente identificabili.
Rispettare sempre il bosco e l'ambiente in generale. Non lasciare rifiuti, non usare uncini o altri attrezzi metallici per smuovere lo strato di foglie e il sottobosco.
Cerchiamo di non essere ''ingordi'' e limitiamo la raccolta secondo le norme e il buon senso; risparmiamo gli stadi giovanili in modo da permettere loro la produzione delle spore.
Una delle regole principali da osservare quando si raccolgono dei funghi spontanei con l'intenzione di consumarli, e' senza dubbio quella di non dare importanza a luoghi comuni o semplici credenze popolari senza fondamento. Alcuni esempi:
Non e' vero che i funghi che crescono su legno sono sempre buoni: assieme a pioppini (agrocybe aegerita), chiodini (armillaria mellea), famigliola buona (pholiota mutabilis), fungo dell'olmo (flammulina velutipes), buoni commestibili, crescono su legno la tossica mortale galerina marginata, a volte sosia della famigliola buona; il tossico fungo dell'ulivo (omphalotus olearius) i falsi chiodini (hypholoma fasciculare).
Non e' vero che i funghi che crescono in primavera sono buoni, amanita verna, tossica mortale e' specie tipicamente primaverile.
Non e' vero che tutti i funghi crudi sono tossici, come non e' altrettanto vero che la semplice cottura e' sufficiente a rendere tutti i funghi commestibili: le specie tossico mortali amanita phalloides, amanita virosa, amanita verna, la recente amanita porrinensis, cortinarius orellanus, cortinarius speciosissimus, contengono tossine termoresistenti, per cui la cottura prolungata e' inefficace ed inutile.
Non e' vero che i funghi boleti che diventano blu al taglio sono tossici: fra i boleti imbluenti si annoverano ottimi commestibili, (boletus erythropus, boletus pulverolentus, gyroporus cyanescens).
Dobbiamo convincerci che non esiste un metodo empirico sicuro per giudicare la commestibilita' o tossicita' di un fungo, abbandoniamo quindi l'idea di saggiare i funghi con il cucchiaino d'argento o il pezzetto di aglio, entrambi non cambiano colore in presenza di funghi tossici! Il gatto o il cane, ammesso che ingeriscano il fungo, non sono affidabili in quanto hanno diverso sistema digestivo, in ogni caso le amanito-tossine presenti nelle amanita tossiche risulterebbero letali anche per loro.
E' vero, invece, che un ambiente contaminato pregiudica la commestibilita' di specie notoriamente commestibili; evitiamo di raccogliere funghi vicino a grosse arterie stradali o aree a parcheggio, in prossimita' di depuratori o fabbriche, sotto le piante che subiscono trattamenti antiparassitari;
Al contrario un fungo buon commestibile non diventa tossico se cresce vicino a funghi velenosi perche' i miceli sono indipendenti; gli <> sostengono che i funghi sono fedeli ai luoghi di crescita; teniamo sempre presente che nello stesso luogo possono crescere specie diverse commestibili e non, contemporaneamente Generalmente ad ogni stagione corrispondono specie diverse di funghi, teniamo pero' presente che particolari condizioni climatiche stravolgono questo ordine facendoci trovare funghi tipicamente autunnali in primavera avanzata e funghi tipicamente primaverili ad inizio autunno.
Non e' vero che i funghi a carne dolce sono buoni: le amanita tossiche hanno carne dolce, il forte odore di pesce in russula xerampelina, viene invece eliminato a giusta cottura.
Fonte:Conoscere i funghi

Difendiamo i gatti neri !

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Nasce la giornata di tutela e difesa dei gatti neri. In Italia ne spariscono 60.000 all'anno, di questi 1500 solo nelle città di Milano, Roma e Torino. Milano .
Da troppi secoli i gatti neri sono bistrattati e considerati di volta in volta come animali portatrici di sfortuna, animali che impersonano il male, nei secoli poi il gatto nero era collegato alle streghe e alle fatucchiere. Ora invece sono diverse le segnalazioni di gatti neri scomparsi a volte uccisi da persone in preda a stupide supestizioni, o in alcuni altri casi ammazzati durante riti esoterici e forse anche satanici. E' ora di dire basta e di ridare la giusta dignità felina al gatto che nasce con il pelo nero e superare tutte le supestizioni che anche in Italia hanno il loro apice nella notte di Halloween quando molti di questi mici perdono la vita a causa di persone superstiziose e allo stesso tempo ignoranti. L'associazione italiana difesa animali ed ambiente che da tempo di batte per combattere il fenomeno della sparizione dei gatti neri ( e più in generale dei mici) ha deciso di istituire la giornata di TUTELA E DIGNITA' DEI GATTI NERI. L'idea è quella di celebrare la giornata il 17 novembre di ogni anno con un convegno che presenti i dati del lavoro fatto da AIDAA e da tutte le altre associazioni animaliste, ma anche premiando coloro che in qualche modo si dedicano alla cura ed alla salvezza dei gatti neri. La scelta del17 novembre ha due forti significati, il primo legato al giorno 17 che insieme ai gatti neri rappresenta nella mente dei supestiziosi il simbolo della sfortuna,il mese di novembre viene individuato in contrapposizione alla notte di halloween che si celebra nello stesso mese. L'idea dell'AIDAA in questo primo anno è quella di realizzare una mostra in una importante città italiana (milano o roma) oltre ad un convegno di portata nazionale sul micio nero e sulle sue qualità positive. Per questo motivo AIDAA chiede a tutti coloro che intendono aderire e sostenere la proposta (privati ma anche associazioni) di aderire mandand una email all'indirizzo di posta elettronica salviamoigattineri@tiscali.it. L'obiettivo è quello di ribaltare il mito negativo del micio nero e per questo tutti coloro che con fotografie, filmati o testimonianze vogliono aderire alla giornata di AIDAA possono anche contattare l'ufficio di presidenza dell'associazione telefonando al 3478883546. "I gatti neri sono tra quelli maggiormente presi di mira dai supestiziosi e dai delinquenti che si divertono ad ammazzare questi mici di nero mantato- ci dice Lorenzo Croce Presidente nazionale AIDAA- secondo i nostri dati sono almeno 60.000 all'anno i gatti neri che spariscono, che vengono rapiti o abbandonati o ammazzati in riti esoterici o satanici di questi almeno 7.000 nella sola Lombardia e dai 1.200 ai 1.500 esemplari ogni anno nelle sole provincie di Milano, Roma e Torino. Ecco perchè è nostra intenzione realizzare una giornata che oltre a rilanciare la bellissima figura del micio di nero mantato aiuti anche a superare le supestizioni collegate a questo gatto con l'obbettivo primario di ridurre sensibilmente gli abbandoni e i rapimenti" per info 3478883546-3926552051 .
Fonte :Lorenzo Croce da Moon Witch.
Ho trasferito questo post sul mio blog con l'intenzione di aiutare , nel mio piccolo,questa associazione .
Nottolia73.

Vampiri a Venezia

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Per la festa della donna gli archeologi regalano una straordinaria scoperta: portano alla luce i resti di uno scheletro femminile probabilmente appartenente ad una Donna Vampiro. “È stato ritrovato con un mattone in bocca come fosse stata ‘impalata’ (il termine si usa anche in questo caso) per impedire ogni movimento alle mandibole. Il corpo ritrovato ha permesso così agli studiosi di ipotizzare che, stante le usanze indotte dalla superstizione medioevale (il periodo dovrebbe essere compreso fra ’400 e ’500), potesse trattarsi di una cosiddetta ‘donna vampiro’ ” - ci confida la soprintendente al telefono. Ma a fare la scoperta è il team di Matteo Borrini, docente del dipartimento di Scienze antiche dell’Università di Firenze, esperto di archeologia forense e antropologia fisica, che dalla fine dal 2006 ha condotto una serie di scavi e approfondimenti con un gruppetto di ricercatori tra i quali la sezione veneziana dei Gruppi archeologici d’Italia e altre organizzazioni di settore. “Non sarebbe male che ora ci arrivassero anche un po’ di fondi per continuare” - ci sottolinea un po’ preoccupato per il futuro non tanto roseo.Proprio in questi giorni, dopo aver illustrato la sua ricerca nel maggio scorso in un convegno di settore a Firenze, Borrini ha presentato il suo studio a Denver, negli Stati Uniti, durante i lavori dell’American Academy of Forensic Sciences. “L’idea che questa donna fosse una vampira - precisa Borrini - è probabilmente dovuta alle fasi di decomposizione del cadavere che, all’occhio dei becchini del tempo che riempivano le fosse comuni dei morti appestati, continuava ad avere una propria fattezza umana. La decomposizione provoca nella salma una serie di trasformazioni: i gas contenuti in corpo gonfiano l’addome; la pressione di essi, assieme all’effetto della macerazione delle carni e degli organi interni, provocano delle emorragie che, di conseguenza, comportano delle fuoriuscite di sangue dal naso e dalla bocca”. “Ed è a questo punto - riasssume il professore - che nasce e si sostanzia la “leggenda”. Questa donna, con ogni probabilità, risultava non decomposta nella tremenda fase dell’inumazione dei cadaveri degli appestati, tanto che nei seppellitori deve essersi venuta a creare la consapevolezza che, proprio il suo gonfiore, fosse dovuto al fatto che “bevesse” e si nutrisse del sangue degli altri morti. Ed ecco quindi che a poco a poco si è venuta a creare la figura dei “non morti” ovvero dei vampiri che, dopo essersi nutriti del sangue altrui, sarebbero potuti uscire fuori dalla tomba e contagiare con la peste altre persone”. E quindi il mattone in bocca doveva servire per mettere a freno psicosi collettive che avrebbero potuto traumatizzare ancor di più la gente già condannata o terrorizzata dalla peste. “Per questo - conclude Matteo Borrini - gli addetti alla sepoltura degli appestati inserivano un mattone nella bocca di questi morti “sospetti”, in modo che non potessero più riaprirla”. Non è solo una questione scientifica, ma anche antropologica. “Nell’Europa del XVII secolo - esordisce il professore - era diffusa la credenza che ci fosse uno stretto rapporto tra epidemie e vampiri, e in particolare tra pestilenza e un tipo di vampiro, il “nachzehrer” ovvero il masticatore di sudario, o divoratore della notte, “apparso” per la prima volta in Polonia attorno al Trecento. In sostanza si credeva che la salma, avvolta nel sudario, fosse in realtà ancora vivente, perchè “masticava” le parti del tessuto usato per la sepoltura in corrispondenza della bocca, per poter così succhiare il sangue altrui. É evidente che tutto ciò era dovuto invece esclusivamente agli acidi sprigionati dalla decomposizione”. Dopo queste affermazioni possiamo raggrellarci perchè viene fatta giustizia. Il gentil sesso ha dovuto per secoli soccombere alle dottrine ecclesiastiche che si sono mescolate con fantasticherie le più assurde.

Fonte:www.aidanews.it

Tratto da : Centro ufologico Taranto


Il noce ; Streghe , unguenti e antiche storie

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Sotto l'albero di noce l'erba cresce più rada. Le foglie, i malli, sono fortemente tannici ed inoltre contengono un alcaloide, una sostanza tossica, che si chiama juglandina. La decozione delle foglie usate per iniezioni vaginali serve alla cura della leucorrea e per lozioni nelle ulcere scrofolose. I cataplasmi di foglie fresche guariscono le piaghe e le ulcere.
L'olio di noce, la decozione del mallo, sono antiemintici (favoriscono l'eliminazione dei vermi intestinali). Le foglie secche e poi decotte sono usate per lavature di tutte le mucose; le pennellature sono utili per le afte delle tonsille. Col mallo acerbo, raccolto rigorosamente a San Giovanni, si prepara il noto liquore casalingo, nocino o nocillo, dalle rinomante proprietà stomachiche e digestive. Ce n'è abbastanza perchè il noce sia caro alle manipolatrici di erbe. In particolare è interessante la capacità di quest'albero di accogliere in sè il bene e il male, dice Piperno che nux, ut arbor, et bonis et malis proprietatibus fuit a natura dotata.Infatti l'errata manipolazione delle sue parti può far divenire nociva la sostanza in origine capace di guarire.

Numerose sono le applicazioni tramandateci dalle Antiche: le noci unite al cibo con ruta pestata li trasforma in veleni letali, ma se poste fra funghi o altri cibi velenosi, ne assorbe ed estingue la tossicità. Aiutano ad espellere i vermi, unite a cipolla, sale e miele. Le ceneri poste sull'ombelico sedano i dolori. La corteccia di noce bruciata e tritata, mescolata al vino e all'olio diventa una lozione lucidante per capelli ed elimina l'alopecia nei bambini.
Con un pò di miele e ruta la cenere della corteccia spalmata sui seni ne lenisce le infiammazioni, lo stesso avviene per le carie dentarie. Secondo Piperno i frutti prodotti dal Noce delle Streghe erano venduti a caro prezzo come amuleti. Essi erano di forma piramidale a base quadrangolare ed erano utilizzati per combattere terrori notturni infantili, crisi epilettiche; inoltre i nuclei inseriti nella cavità uterina facevano concepire figli maschi. In greco il noce è detto Karion, nell'antichità preellenica sembra che fosse stato consacrato ad una misteriosa divinità della morte chiamata Kar o Ker, divenuta presso i Greci Kore, la fanciulla rapita da Ade e diventata dea degli inferi col nome di Persefone. Così la Caria in Asia Minore, è la terra dei noccioli e delle noci e Carias in Arcadia era il villaggio dei noci dove le fanciulle facevano una danza in onore di Artemide, nome greco di Diana, che qui era chiamata Cariatide.

Le Arcistreghe
Nella terra beneventana vivevano ed operavano alcune tra le streghe più famose del mondo: Violante da Pontecorvo, la Maga Menandra, che abitava nella zona conosciuta oggi come Grotta Menarda, o la Maga Alcina di cui parla anche l'Ariosto, che viveva a circa quattro miglia dalla città di Benevento, nel paese di Pietra Alcina (Pietrelcina); oppure la Boiarona, la quale aveva legato dei demoni alle noci, anche la Strega Gioconna era solita fare questi malefici. Ma l'Arcistrega per eccellenza nella zona del Sannio fu Bellezza Orsini, processata dal santo uffizio di roma nel 1540, la quale aveva una particolare predilezione per le apprendiste molto belle. Dopo averle spalmate con l'unguento, insegnava loro la famosa formula per volare. Conosceva l'arte di combinare le erbe per guarire i malanni, ma in seguito ad una serie di denunce, fu arrestata, rinchiusa a Fiano e torturata. Per la Orsini quella della Striaria era un'Arte concessa solo a quelle del suo rango. Confessò di essere stata più volte al Noce in compagnia di altre Arcistreghe. In onore di queste Antiche Maestre ancora oggi facciamo visita all'albero del Sabba, un luogo fisico, ma anche un luogo del nostro cuore di streghe; una radura astrale da raggiungere per ritrovare le nostre amate Sorelle del Corteo.

"Unguento unguento, mandame alla noce di Benvento
supra acqua et supra vento et supre ad omne maltempo...".
Fonte:www.cortescontenti.it

Il gufo e le tenebre

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Il gufo, insieme alla civetta, rappresentano la chiaroveggenza, associati spesso a maghi e indovini, simboleggiando la comprensione, la luce dopo la soluzione di un problema. Essendo animali notturni evocano l’oscurità come sinonimo di tenebre e di morte, ma mentre la civetta, con il suo sguardo acuto penetra il buio, personificando la luce come uscita dalla tenebre indicando la rivelazione, al gufo spetta un significato negativo, come uccello del malaugurio, annunciatore di morte. Infatti troviamo un riscontro di questo significato positivo della civetta nella mitologia antica. Il geroglifico egiziano della civetta simboleggiava la morte, la notte e la passività, e anche indicava il sole al di sotto dell’orizzonte quando si tuffava nel mare per lasciare il posto all’oscurità. Nella mitologia degli aztechi la civetta caratterizzava Techolotl il dio dell’oltretomba. Nella mitologia greca e romana la civetta era sacra alla dea della sapienza Atena-Minerva.
Fonte: mitiemisteri.it






Il tortellino , antica tradizione

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IN PRIMO LUOGO SI MANGIANO IN BRODO; i tortellini alla panna e al ragù sono una vera eresia .
DOVREBBERO ESSERE FATTI A MANO ed erano il piatto tipico delle feste di Natale e Capodanno.
Quando ero bambina tutta la famiglia era impegnata nella preparazione già l’antivigiglia di Natale:nonna,mamma, le collaboratrici domestiche (che allora non si chiamavano così) e i bambini, molto apprezzati perché, avendo le dita piccine,facevano tortellini molto piccoli ;le sfogline abili sapevano farli minuscoli anche se le mani…erano di taglia grande . Si narra ad esempio che in un tempo imprecisato, molti secoli fa, arrivò ad una locanda una bella dama che prese alloggio;il locandiere la accompagnò nella camera perché potesse cambiarsi e riposare; ma il buon uomo non resistette alla curiosità,anche perché a quei tempi le novità dovevano essere assai rare e s’avvicinò alla porta della camera dove si trovava la dama e guardò dal buco della serratura. La prima cosa che vide fu l’ombelico della signora che stava prendendo il bagno. Tutto agitato ed ammirato da tanta perfezione corse in cucina e si mise a preparare la cena mentre il pensiero correva alla visione di poco prima e così formava pezzetti di pasta con la forma che ricordava ,li riempì di carne servendo poi il piatto alla dama per cena . ANTICA RICETTA : 200grammi di parmigiano, 200 grammi di prosciutto crudo ;200 gr di mortadella ; midollo di bue q.b. ; 300 grammi di lombo di maiale, 200 gr di petto di pollo, 3 uova, noce moscata q.b. sale, pepe .Tagliare la carne a pezzetti ; scaldare un poco di burro in una padella e farvi saltare carne e salumi. Insaporire con sale e pepe e proseguirefino a cottura Togliere le carni dal fuoco e sgocciolarle dal grasso di cottura. Tritare la carne finemente passandola al tritacarne ; versarla in una terrina icorporandovi poco per volta il parmigiano, le uova ,una grattatina di noce moscata e il midollo di bue ; il q.b significa che la sensibilità della cuoca deve indicare la quantità necessaria a rendere l’impasto tenero ma non troppo. Preparare la pasta all’uovo, tirare la sfoglia sottilissima (meno di 1 mm) e ricavarne dei quadrati di circa 3 cm di lato. Disporre al centro una piccola nocciola di composto, ripiegare a triangolo attorno al dito ndice (o al mignolo se l’indice è troppo grande ) far combaciare le estremità stringendole. Cuocerli in brodo.

Fonte:Il posto delle fate.